I «I dischi di mio padre erano quelli che all’epoca venivano chiamati ’race records’: si trattava di blues, rhythm and blues, gospel e jazz tradizionale. Li vendeva nel suo negozio, dove la clientela era in buona parte nera… A furia di ascoltare quelle registrazioni, ebbi l’idea di diventare un pianista di boogie woogie. Anche se ero davvero un bambino, perché non potevo essere Pete Johnson?» Così aveva detto Dr. John in un’intervista di circa dieci anni fa, un aneddoto che certo non basta a comprendere fino in fondo la parabola dell’artista, ma che sicuramente aiuta. Malcom John Rebennack, Jr., questo...