Dicono che il copia incolla sia una prassi. I maligni ricorderanno i forti «prestiti» del programma di Ugo Cappellacci, quando sconfisse Renato Soru. E il celebre antecedente dell’ex Presidente regionale Mauro Pili, una copia profonda del programma di Formigoni, Regione Lombardia (un po’ distratta, vi erano rimaste citazioni territoriali padane). Ora tocca alla proposta del centro-destra sardo, l’Agenzia Sardegna Sviluppo Promozione. In certi casi (Convenzioni, Statuti) il copia-incolla può essere normale. Nelle leggi destinate ad innovare parrebbe diverso. Allora si rimane impressionati dalla quantità di articoli copincollati dalla Proposta di Legge n. 549/2013. La fonte d’ispirazione? La L.R. 8 agosto 2012 n. 40 della Regione Abruzzo «Promozione e sviluppo del territorio regionale», dalla quale la proposta sarda, di 33 articoli, ne riprende letteralmente 20, e pezzi di qualche altro qua e la. Non rimedia il nucleo – minore – di articoli originali e sovranisti.

Dopo una presentazione senza falsa modestia (la proposta «riorganizza integralmente tutti i settori della produzione e del lavoro attualmente presenti in Sardegna»), ecco i riferimenti culturali, con linguaggio legislativo insolito e sardo-kitsch. Nonostante secoli di modernizzazione scientifica e democratica del concetto di cultura, si punta alla razza. Nell’art. 2 si parla di un «grande teatro di Sardegna in perenne recitazione in giro per il mondo e in ogni comune in terra sarda, sempre originale e innovativo, nel quale tanti giovani, adulti e anziani, debitamente istruiti dalla scuola di formazione etnica in seno alle Pro loco, incarnano quotidianamente le origini e la storia millenaria di una delle prime civiltà del Mediterraneo».

La storia millenaria è sempre nell’art. 2, l’articolo dei panieri: Sardegna Sviluppo Promozione «censisce il ricco paniere dei prodotti agricoli della Sardegna»; «il cospicuo paniere dei prodotti artigianali della Sardegna», e «…l’inesauribile paniere dei prodotti turistici che hanno fatto della Sardegna una delle mete più ambite del mondo, rappresentando ed elencando le obiettive ragioni naturalistiche, climatologiche e antropiche che hanno indotto tutte le più importanti civiltà dell’homo sapiens: sumeri, fenici, punici, romani e tanti altri fino ai nostri giorni, a considerare quest’isola la vera perla del Mediterraneo, forse anche la mitica Atlantide». Di Atlantide e dei Sumeri in Sardegna non è che vi siano tracce, ma è bello pensare che dal Tigri e l’Eufrate all’isola di Platone ci tenessero in considerazione.

Ecco altre perle: «un’agenda colma di forti motivazioni di soggiorno in Sardegna, che metta in luce tutte le suadenti ritualità sarde»; «gli effetti positivi del vento, del tuono e della pioggia nell’Isola; a quelle affascinanti celebrazioni che si consumano negli equinozi e nei solstizi, o durante le allegre sagre che segnano l’alternanza delle stagioni; non dimenticando le innumerevoli feste in favore di semine e raccolti o quelle che gloriano il nostro mare e il suo pescato». E «quel turismo di pregio che viaggia tutto l’anno e che non vuole essere solo un semplice spettatore della propria vacanza ma, invece, chiede e pretende di viverla a suo piacere, protagonista nel quotidiano più vero del popolo che lo ospita, magari condividendone anche le ansie, però certamente in maniera appassionata, evadendo poi, con esso, nelle ritualità, nelle feste e nelle tante occasioni».

Incuranti dell’eliminazione delle provincie sarde e del conseguente marasma istituzionale, si legge che «I poli di innovazione sono costituiti in almeno un nucleo in corrispondenza delle otto provincie sarde». C’è da vergognarsi un po’. Mentre Cappellacci cerca di smantellare il Ppr per riaprire alla speculazione, si vendono pezzi di territorio agli emiri del Qatar e latita ogni piano energetico, consegnando i paesaggi ai poteri della cosiddetta industria verde, i sardi vengono immaginati in una gigantesca e permanente Cavalcata per turisti scemi e danarosi. Un affare controllato dalla politica, come la proposta della Fondazione Beni culturali Sardegna. Centralismo puro e incolto in mano alla casta. Il fatto che «Sardegna Promozione avrà un ruolo di regia nella realizzazione del progetto» suona davvero come una minaccia.