Il successo dei contenitori in banda stagnata è stato assicurato anche dalla possibilità, e relativa facilità, del loro riciclo. Si stima che nel mondo circa 11 milioni di tonnellate di scatolame di banda stagnata siano avviati ogni anno al riciclo.
Gli imballaggi di acciaio immessi in commercio in Italia, per usi alimentari (la maggior parte) e non alimentari, risulta dell’ordine di 400-500 mila tonnellate all’anno.

Attraverso i vari sistemi di raccolta, ogni anno sono recuperate circa 300-350 mila tonnellate di imballaggi di acciaio usati. Gli imballaggi di acciaio, materiale magnetico, possono essere facilmente separati da altri rifiuti e da altri materiali mediante elettrocalamite.

La trasformazione in acciaio riutilizzabile ha luogo attraverso varie operazioni. Gli imballaggi vengono frantumati, sottoposti ad un lavaggio per eliminare materiali ancora presenti all’interno, selezione per eliminare le parti estranee.
A questo punto il materiale viene sottoposto a destagnatura con processi elettrolitici.
Il rottame di acciaio viene poi avviato alle fonderie con forni elettrici e va ad aggiungersi ai circa 17 milioni di tonnellate di rottami assorbiti dall’industria siderurgica italiana.

Con la produzione di acciaio dal rottane si consuma meno energia e si immettono nell’ambiente meno gas serra (specialmente anidride carbonica) rispetto alla produzione col ciclo integrale: minerale-carbone-calcare.
Il successo del riciclo degli imballaggi di banda stagnata dipende dalle caratteristiche del rottame che non deve contenere metalli estranei non graditi alle acciaierie.