Revisione delle regole sulla quarantena per i vaccinati: le regioni si riuniscono stamattina per mettere a punto un documento da inviare al Cts, che a sua volta è convocato per le 11. Nel pomeriggio i governatori faranno il punto su quarantena e tamponi con l’esecutivo, prima che si svolga il Consiglio dei ministri. In particolare, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Molise, Toscana, Trento e Veneto chiedono l’azzeramento della quarantena per le persone vaccinate con terza dose (o con due dosi da meno di 4 mesi) venute a contatto con un positivo, gli interessati dovrebbero svolgere «auto-sorveglianza e segnalazione a seguito di comparsa di sintomi» e utilizzare obbligatoriamente le mascherine ffp2 in tutti gli ambienti frequentati, ma nessun test alla fine dell’auto-sorveglianza. Le modifiche, ragionano, sono necessarie anche perché il tracciamento è saltato, il rischio è ritrovarsi per assurdo con un lockdown degli immunizzati.

IL PRESIDENTE della Conferenza delle regioni, Fedriga: «Dobbiamo capire se stiamo facendo dei tracciamenti inutili, se è meglio spostare quella forza lavoro a fare i vaccini». Zaia, governatore del Veneto (dove ieri c’è stato il record di positivi): «Il tampone deve essere destinato al contatto che è sintomatico. C’è un dubbio che finiscano i reagenti e anche i test perché qualche segnale sta arrivando dai mercati. Bisogna mettere in quarantena i positivi ma non i vaccinati, soprattutto quelli con la terza dose». Lockdown per i No vax e obbligo vaccinale per i dipendenti sono altre misure su cui il governo potrebbe confrontarsi. Spiega il ministro per la Pa, Brunetta: «Veniamo da un successo, il green pass e il super green pass. Ciò a cui aspiro è applicare il super green pass a tutto il mondo del lavoro, pubblico, privato e autonomo. In Cdm dobbiamo affinare i meccanismi di quarantena. Il Cts e i ministri guardano i dati e poi prendono le decisioni».

IL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO è chiamato a dare un parere. Uno dei suoi membri, Fabio Ciciliano, ha spiegato: «Sono necessarie un’analisi dei ricoveri, per capire quanti sono causati da Omicron, e valutazioni sulla capacità di penetrazione di questa variante per prefigurare uno scenario. Da un punto di vista socio-economico c’è il rischio che il paese si fermi, d’altro canto riducendo la quarantena per i contatti stretti dei positivi si potrebbe avere un effetto rebound sui ricoveri». E Guido Rasi, consulente del commissario Figliuolo: «La riduzione dell’isolamento è corretto se la prevalenza dell’Omicron è superiore alla Delta: le due varianti hanno tempi di incubazione diversi».

RECORD DI CONTAGI ieri in Italia rispetto alla quarta ondata: 78.313 i nuovi casi ma record anche di tamponi, 1.034.677, contro i 343.968 di lunedì. Tasso di positività al 7,6%; i morti sono stati 202. I ricoveri ordinari salgono a 10.089 (più 366), i pazienti in terapia intensiva 1.145 (più 19); 587.622 le persone in isolamento domiciliare. La Lombardia ha fatto registrare un’impennata di casi: ben 28.795 su 224.557 test; il picco nel milanese con 12.235 positivi (4.671 a Milano città). A seguire Piemonte (7.933), Veneto (7.403), Campania (7.181) e Toscana (4.453). Nelle carceri ci sono 510 nuovi positivi tra i detenuti e 527 nel corpo di polizia penitenziaria contro i 344 e 395 della scorsa settimana.

TRACCIAMENTO a rischio da Nord a Sud. Proprio in Lombardia, ad esempio, il contact tracing non regge. Il virologo Francesco Broccolo dell’Università Bicocca: «Il sistema è in tilt ed è destinato a peggiorare: la capacità di fuoco dei laboratori è limitata». Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia: «Ci sono code nelle farmacie, ma anche in tutti i drive through degli ospedali. La richiesta di tamponi è aumentata tantissimo. La gente è abbandonata a se stessa. Nella regione, dallo scorso febbraio, circa 2mila farmacie convenzionate hanno eseguito oltre 8 milioni di test. Ma ora ne facciamo oltre 100mila al giorno. L’aumento calcolato a livello nazionale è del 20% durante le festività». A Roma prima di Natale lunghe code per i test, ieri la situazione era tranquilla ma resta difficile prenotare il molecolare e molti sono costretti a raggiungere le strutture pubbliche fuori città. Code per i tamponi nell’hub della Fiera del Mediterraneo di Palermo: persone in fila già dalle 5, alle 13 sono stati chiusi i cancelli e il resto della giornata è passato smaltendo la coda (1.631 i test effettuati).