Ho fatto un errore in questi anni e me ne meraviglio io stessa. Mi sono sempre dimenticata di premettere nelle mie prese di posizione che su buona parte delle analisi e delle proposte ero d’accordo con Vendola, anche quando avevo differenze non piccole da evidenziare. Mi pareva scontato dal momento che stavo nello stesso partito e invece scontato non era. Anche in questo Congresso , pur condividendo analisi, programmi e principi che stanno alla base del documento congressuale ho alcune osservazioni da fare, che con altre e altri ho tradotto in alcuni, pochi, emendamenti.

Parto da una presa d’atto della realtà. Il Pd dopo lunghe e consapevoli discussioni da due anni e mezzo ha scelto governi di larghe intese con il Pdl ( prima con Monti ora con Letta) dimostrando un tasso di volontà di cambiamento delle politiche economiche, sociali, ambientali e dei diritti quasi nullo. Dunque che fare? Aspettare che il Pd cambi posizione? Non mi pare questa la strada che una forza di sinistra quale vuol essere Sel possa prendere.

E allora vale poco dire che dobbiamo continuare il dialogo con il Pd, anche perché con gli elettori del Pd il dialogo non si interrompe naturalmente mai dato che li incontriamo ogni giorno in vari luoghi. Se vogliamo dare più spessore e visibilità alla iniziativa politica di Sel, oltre al buon lavoro che diversi parlamentari stanno svolgendo, dobbiamo essere capaci noi di incrociare e interloquire con quelle forze associative e quei moltissimi cittadini che si oppongono a questo governo (e non mi riferisco al mettere insieme quei pezzetti quasi estinti di sinistra politica perché mai ho pensato ad una sinistra minoritaria e di protesta).

Solo contendendo spazio politico al Pd, come facemmo insieme a molti altri con la battaglia sull’acqua pubblica e il nucleare ad esempio, possiamo mettere in campo forze nuove e nuovi cittadini , solo facendo fino in fondo della battaglia sulla Costituzione un segno distintivo del nostro profilo allargheremo ad un popolo vasto la possibilità di dire la sua opinione sul presidenzialismo, sulla scuola pubblica, sulla sanità, sul lavoro. Solo legandoci alle tante decine di migliaia di giovani precari e ai lavoratori in pericolo di disoccupazione prefigurando un altro modello di sviluppo e di consumi potremo spiegare la nostra idea alternativa di Italia e di Europa e le nostre proposte per uscire dalla crisi.

A me pare che Sel abbia sofferto di attendismo, ancora nei giorni scorsi abbiamo rivolto un altro accorato appello affinché il Pd abbandonasse le larghe intese e loro ci hanno risposto rivotando la fiducia. Adesso confermano i miliardi per gli F35 e non hanno scelto né la patrimoniale né una modulazione dell’ Imu a seconda dei redditi e non dei metri quadrati. Scelte che anche una parte non piccola di elettori Pd non condivide e si organizza per contrastare.

Oggi noi di Sel possiamo diventare veramente l’unica opposizione parlamentare al governo e alle scelte che Pdl e Pd stanno facendo purtroppo insieme. Non mi pare possa svolgere questo ruolo il M5Stelle, con tutte le sue serissime contraddizioni programmatiche e la sua inesistente vita democratica. Ma per farlo dobbiamo riprenderci una autonomia di azione politica a tutto campo che ancora non vedo. E porci il tema della costruzione di una sinistra politica che continua a mancar all’Italia. Questa è la principale scelta congressuale da compiere.

La seconda attiene il modo con il quale affronteremo le elezioni europee: serve una profonda messa in discussione delle politiche monetarie ed economiche altrimenti lasceremo spazio al populismo delle destre e a Grillo (come a Le Pen in Francia). Una sorta di ripetizione della esperienza Italia Bene Comune in Europa mi pare da escludere perché una radicale messa in discussione non sarebbe possibile stante la sostanziale condivisione e applicazione delle politiche europee da parte del governo e del suo partito.

L’ultima scelta da fare è l’apertura di Sel, un mantra che tutti recitiamo ma che alla prova dei fatti non corrisponde alla realtà. Più chiusi di così non potremmo essere. E con un livello di partecipazione dei nostri aderenti molto basso. Queste sono le obiezioni dentro la cornice di quel documento per contribuire a fare in modo che il Congresso dia buoni frutti.