È morto mercoledì pomeriggio in un ospedale di Bruxelles, nel cuore di una fase molto delicata nella storia edlla Repubblica democratica del Congo, Etienne Tshisekedi, principale oppositore del presidente Joseph Kabila, che con le sue 84 primavere è stato protagonista delle vicende congolesi dall’Indipendenza, ottenuta dal Belgio nel 1960, a oggi. Proprio in questi giorni avrebbe dovuto assumere l’incarico di presidente del Consiglio nazionale che deve istruire il dialogo tra opposizione e regime, per arrivare a un accordo sulla data delle elezioni e creare le condizioni per una transizione pacifica (è scaduto in dicembre il secondo mandato di Kabila, che Tsishekedi ha sfidato alle presidenziali del 2003 e del 2011, uscendone sconfitto ma con aspre polemiche a accuse di brogli).

Leader carismatico con un seguito popolare che va ben oltre la sua roccaforte, la ricca provincia del Kasai, Tshisekedi è sembrato in più occasioni l’unica figura in grado di tenere insieme i pezzi di un paese grande, complesso e flagellato dai conflitti. Fece parlare di sé anche a livello internazionale quando, nel 2010, al ritorno da un periodo di esilio volontario, aveva percorso a piedi tra la folla i 25 km che separano l’aeroporto di Kinshasa dalla sua abitazione a Limete, nei pressi della capitale.

Era appunto chiamato la “Sfinge di Limete” per l’imperturbabilità con cui aveva attraversato fasi storiche tumultuose, dell’ex Zaire prima e della Repubblica democratica del Congo poi. Da giovane avvocato fu inizialmente consigliere di Patrice Lumumba, ma dopo il primo golpe di Mobutu Sese Seko entrerà nel governo di transizione al quale si deve l’arresto che poi portò all’assassinio del leader rivoluzionario. Di Mobutu intorno alla metà degli anni ’60 sarà anche ministro degli Interni, ritagliandosi un ruolo di tutto rispetto nell’instaurare un regime di terrore e la fede assoluta nel partito unico. Solo all’inizio degli anni ’80 prenderà le distanze dal dittatore amato dalla Cia e da Parigi, per fondare di lì a poco l’Union pour la démocratie et le progrès social (il partito di cui ancora oggi era alla guida) e diventare così un paladino della democrazia e del multipartitismo. In questo senso avrà un ruolo chiave nell’indebolire la leadership di Mobutu, costretto a nominarlo primo ministro del 1991 nel tentativo di frenare il suo declino.

Etienne Tshisekedi verrà nominato premier anche nel 1997, quando già le truppe di Laurent-Désiré Kabila sostenute dal Ruanda stavano entrando nelle regioni orientali del paese e iniziavano la loro marcia vittoriosa verso Kinshasa. Sarà dunque uno strenuo oppositore prima di Laurent Kabila e poi, dopo l’uccisione di quest’ultimo nel 2003, del figlio Joseph, l’attuale presidente-padrone della Rdc. Ora sarà il suo di figlio, Félix Tshisekedi, a ereditare la battaglia di una vita. E a inseguire al suo posto, chissà, il sogno mai realizzato di diventare presidente.

 

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Félix Tshisekedi