Userò termini forti, ma necessari per ciò che sto per raccontare. Incrocio per strada tre ragazzi fra i 18 e i 20 anni e, casualmente, sento la loro conversazione. «Allora chi invitiamo alla festa?». «Serena». «Bene. Troia numero 1. Poi Paola». «E Sabrina?».«Ah sì. Troia numero 3. Sono tutte pompinare» e giù a sghignazzare.
È davvero sconcertante che oggi ci siano ancora dei giovani che parlano così delle donne e abbiano di loro un’immagine così settaria e giudicante. Dove hanno appreso questa mentalità? In famiglia? Dalla televisione? Dai social? Nella società? Questi tre, e quelli come loro, hanno un’idea molto confusa del sesso e dell’eros e quel loro atteggiamento sprezzante nasconde in realtà inadeguatezza e frustrazione.

Molto probabilmente a letto sono dei poveracci e, invece di guardare ai propri problemi, pensano di cavarsela dividendo il mondo femminile in brave ragazze e puttane. Purtroppo talvolta anche fra le donne serpeggia questo modo di pensare. Ho visto nei bagni femminili di alcune scuole delle scritte dove pompino e pompinara sono usati per definire, non sempre in senso positivo, certe compagne. Vorrei dare alle ragazze alcuni consigli sull’argomento, non pratici, per carità, che lì ognuno deve fare la propria esperienza, ma di valutazione teorica e strategia comportamentale.

Primo. Attenzione, non è imitando il peggio dei maschi che si diventa donne forti.
Secondo. Il sesso orale non va regalato al primo che passa. Dovrebbe essere un punto di arrivo e non di partenza perché bisogna meritarselo. Se lo si offre troppo presto e troppo spesso si rischia di nutrire a dismisura il narcisismo penieno del ricevente che, così, si abituerà a pensare più al proprio piacere che a quello di lei. Il rischio di essere considerate un oggetto sessuale è altissimo, quindi prima di succhiarglielo pensateci bene e, soprattutto, verificate che lui sia disposto a fare la stessa cosa con voi.

Terzo. L’intimità fra due corpi non è cosa da poco e richiede attenzione reciproca. Alzi la mano la donna che ha avuto un orgasmo la prima volta. Sono molte di più quelle che hanno conosciuto il primo piacere in modo casuale, magari scendendo dalla corda durante l’ora di ginnastica o scivolando giù da una ringhiera. Non è colpa dei maschi o delle femmine e per il semplice fatto che l’eros è così, è fatto di incontri, ascolto, tentativi, esplorazioni reciproche. Certo, con alcuni funziona meglio e prima che con altri, ma in ogni caso la confidenza con il proprio corpo e quello altrui richiedono pratica ed esperienza.

Quarto. Bisogna davvero avere voglia di farla, la fellatio, e non praticarla solo perché va di moda o è richiesta. E qui arriviamo all’argomento gigante, il desiderio. Se gli ormoni portano all’eccitazione, sono le fantasie e l’immaginario che conducono al piacere. Nonostante si faccia un gran parlare di sesso, sono ancora tante le donne che non hanno mai conosciuto l’orgasmo. Poche sere fa un’amica mi diceva che l’argomento di cui parla di più la figlia venticinquenne con le amiche è proprio l’assenza di orgasmi nei rapporti con il partner.

Chi crede che questo sia un problema del passato si sbaglia, è attualissimo e molto più diffuso di quanto si pensi.
Conclusione. C’è una stampa di Aubrey Beardsley che raffigura la fellatio così: lei è inginocchiata davanti a un lui con un pene gigante, gli tende le braccia e lo accarezza con autentica adorazione. E’ la raffigurazione di una fantasia che entrambi condividono con golose aspettative perché sanno che quel gioco li appagherà tutti e due, insieme, e non solo uno di loro.

mariangela.mianiti@gmail.com