Dramma, tragedia, ma anche fastidiosa noia produce questa prolungata visita del virus. Persino un filosofo immaginifico come Jean-Luc Nancy – in un intervento sulla Stampa di venerdì scorso – ammette che quasi tutto è già stato detto e continua a dirsi. E se anche lui ripete che l’epidemia può farci riflettere meglio sulle storture di un modo di vivere modellato dal tecno-capitalismo, lo fa con una sorta di rassegnato distacco da se stesso. Difficile pensare di saper costruire un altro futuro. Magari pronunciando di nuovo la parola, pur indispensabile, «comunismo». In un mondo «privo di spirito» (Marx dixit) è proprio...