Il ministro Alfano annuncia di voler annullare le trascrizioni nei registri italiani dei matrimoni gay e il sindaco sospeso Luigi de Magistris ribatte: «Credo che sia un fatto negativo, in contrasto con la Costituzione repubblicana e le libertà civili in essa sancite». Ieri l’ex pm era a Palazzo San Giacomo come spettatore di una conferenza stampa (sulla delibera “Adotta una strada”) e ha colto l’occasione per tornare su un tema che ha visto Napoli tra le primissime città a muoversi con una direttiva che, dallo scorso giugno, autorizza le anagrafi a trascrivere i matrimoni di persone dello stesso sesso contratti all’estero: «Abbiamo – ha spiegato – applicato la Costituzione e una sentenza emanata da un tribunale dello stato italiano. Altri ordinamenti democratici del mondo prevedono sempre di più provvedimenti in questo senso, noi abbiamo colmato un vuoto legislativo nazionale». Un atto non solo simbolico: la trascrizione dà accesso alle stesse agevolazioni delle famiglie tradizionali all’interno delle misure varate dal welfare comunale, ad esempio su tasse e diritto all’abitare.

NAPOLI-GAY
Scattata la sospensione, non potrà più essere de Magistris a difendere l’atto amministrativo, di cui per altro si sono già avvalse alcune coppie (nella foto De Magistris mentre trascrive il matrimonio sul registro di Napoli tra Roberto Solone Boccardi e Miguel Antonio Araujo). Così ieri l’iniziativa è stata presa dalla giunta comunale attraverso una nota: «La direttiva risponde alla necessità di garantire i diritti civili attuando la Costituzione, in particolare il suo articolo 3. La decisione annunciata dal ministro dell’Interno Alfano, ovvero l’imminente invio di una circolare con cui si procede a cancellare tutte le trascrizioni, non solo viene da noi stigmatizzata, perché contraria al principio costituzionale dell’uguaglianza dei diritti, ma sarà al centro di un nostro ricorso nelle sedi giudiziarie competenti. Non compiremo alcun passo indietro rispetto al cammino democratico per l’estensione dei diritti e la parità fra cittadine/i, che Napoli sta portando avanti con grandissima convinzione».

Anche in città domenica scorsa c’è stato un piccolo contingente di Sentinelle in piedi contro i matrimoni gay, al Vomero. La gente del quartiere li ha osservati infastidita mentre un pezzo di isola pedonale veniva militarizzata per consentire la lettura silenziosa dei loro libri. Una contromanifestazione li ha costretti a smobilitare a metà mattinata: il corteo si è ripreso la strada, le Sentinelle sono andate via senza essere riuscite a fare proselitismo.