Il comune di Verona ha approvato l’ordine del giorno presentato da alcuni consiglieri di maggioranza in occasione del 29 aprile, giorno in cui, nel 1975, morì il non ancora 19enne Sergio Ramelli in seguito ad un’aggressione attribuita a un gruppo di militanti di estrema sinistra. Sarà dunque comprato e distribuito in tutte le scuole superiori della Provincia il fumetto Sergio Ramelli.

Quando uccidere un fascista non era reato, scritto da Marco Carucci, disegnato da Paola Ramella ed edito da Ferrogallico, la stessa casa editrice che ha pubblicato Foiba Rossa, già distribuito, sempre su iniziativa dell’attuale amministrazione, in tutte le scuole veronesi e già oggetto di critiche. L’autore Carucci è stato addetto stampa della sezione milanese di Forza Nuova, mentre la casa editrice diretta da Federico Goglio – in arte Skoll, rappresentante di spicco del cosiddetto «rock identitario» italiano, ovvero di quelle formazioni musicali di ultradestra vicino a Lealtà e Azione – può vantare, fra i pochi titoli già a catalogo, anche Il rogo di Primavalle, 1919 L’alba della rivoluzione fascista e La mia guerra, tratto dai diari di Benito Mussolini.

«Abbiamo il dovere morale di far conoscere ai giovani la tragicità degli anni di piombo, pagine di storia d’Italia», sostiene l’assessora regionale all’Istruzione Elena Donazzan, difendendo l’iniziativa del comune. L’ordine del giorno è stato fortemente voluto da Andrea Bacciga, l’esponente di Battiti (il partito che ha sostenuto la candidatura dell’attuale sindaco Federico Sboarina) celebre a Verona per alcune iniziative che hanno fatto brillare gli occhi ai sostenitori dell’ultradestra scaligera.

A cominciare dal famoso saluto romano rivolto alle femministe di Non una di meno che protestavano contro una serie di mozioni antiabortiste dello stesso comune, e dai libri regalati alla Biblioteca Civica (incentrati su temi cari all’estrema destra); per continuare con la mozione per l’abolizione della Legge Mancino e quella, più recente, che chiede di investire i fondi (circa 5mila euro) per le celebrazioni del 25 aprile nella promozione di «convegni storici che analizzino in modo più possibile imparziale e oggettivo la guerra civile avvenuta prima del 25 aprile 1945 e gli eccidi avvenuti anche in seguito a tale data».

Nei giorni scorsi, infine, Bacciga ha postato sul suo profilo Facebook una foto in cui, di spalle, ammira la corona a forma di croce celtica che ha deposto in via Ramelli, vicino alla targa commemorativa del ragazzo appartenente al Fronte della Gioventù. «Il fumetto su Sergio Ramelli che il comune di Verona vuole mettere nelle mani degli studenti è prodotto con l’intento dichiarato non di educare alla pace e al confronto democratico le nuove generazioni, non di condannare l’uso della violenza in politica, ma di riscattare e celebrare i morti di parte delle violenze degli anni di Piombo», protesta il gruppo consiliare del Pd veronese, composto da Elisa La Paglia, Federico Benini e Stefano Vallani.

Per i consiglieri «si tratta di un messaggio aberrante e pericoloso, non degno di un comune della Repubblica italiana, perché finisce per legittimare il clima di quella stagione buia. Scopo inconfessabile di questa iniziativa – concludono – è evidentemente un altro: undici anni fa nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio, cominciava l’agonia di Nicola Tommasoli, un ragazzo qualunque, non un militante politico, aggredito per futili motivi da un gruppo di estremisti di destra che si sentivano in diritto di spadroneggiare in città».