Francesco Hayez era talmente ossessionato dal «vero vivo» che per dipingere il Laocoonte non esitò a comprare una serie di serpenti. Li studiò e li propose nel suo quadro, rispettando la mutevolezza della loro pelle mentre avvolgevano tra le spire il disperato sacerdote di Apollo. L’effetto fu strabiliante (da Roma inviò l’opera per partecipare al Grande Concorso di Pittura di Brera del 1812 e ne uscì vincitore ex aequo con il protegé di Andrea Appiani), ma subito dopo sorse un problema spinoso: cosa farne dei rettili? Secondo quanto raccontato da lui stesso, se ne sbarazzò buttandoli dalla finestra, colpendo in...