Molto prima che la parola «programmer» diventasse il generico, curiosamente asettico, attributo con cui ci si riferisce a chi si occupa della selezione di un festival di cinema, Tom Luddy, newyorkese del 1943, «programmava» la F.W. Murnau Film Society della YMCA di Berkeley, il Telegraph Repertory Cinema e il Pacific Film Archive. È del 1968 la prima grossa retrospettiva, dedicata a Godard, che curò per l’Archivio californiano, che avrebbe poi diretto per cinque anni, fino a quando Francis Coppola non lo chiamò dall’altra parte della baia di San Francisco, a «programmare» la sua American Zoetrope. Nel 1974, insieme agli amici Stella e Bill Pence, Luddy, mancato martedì a Berkeley, dopo qualche anno di malattia, fondò il Telluride Film Festival, un brillante modello di idiosincrasia nel genere festivaliero (rimase tale per molti anni), di cui fu direttore fino ad oggi, dal 2007 insieme a Julie Huntsinger. Parte di una generazione di cinefili raffinati, viaggiatori e avventurosi (tra cui, per esempio, c’erano il francese Pierre Rissient e il distributore/esercente newyorkese Dan Talbot, lavorò da ragazzo alla New Yorker Films, insieme a Peter Bogdanovich) Luddy aveva un’idea di cinema, aperta, eclettica, inesauribilmente curiosa – segnata da un forte rapporto personale con gli autori che coltivava con amore, e occasionale ferocia.

INSIEME ai suoi programmi leggendari per il Pacific Film Archive e per Telluride, il segno del suo gusto e della sua idea di cinema, si trovano – nemmeno troppo nascosti – nella filmografia di Francis Coppola, di cui diventò un consigliere prezioso, come Robert Duvall di Michael Corleone in Il Padrino. In qualità di direttore degli Special Projects dell’American Zoetrope, Luddy creò infatti un ponte che avrebbe portato a interagire con la visionaria factory coppoliana autori internazionali come Werner Herzog, Hans-Jurgen Syberberg, Jean-Luc Godard, Akira Kurosawa, Paul Schrader (Luddy produsse il suo Mishima), Wim Wenders e – assolutamente geniale – la Cannon, dei produttori israeliani Menahem Golan e Yoran Globus. Sua l’idea, dopo aver supervisionato il restauro di Napoleon di Abel Gance, di organizzare un tour internazionale di proiezioni/evento speciale con musica dal vivo, che esordì al Radio City Music Hall di New York, con un’orchestra diretta da Carmine Coppola. «Preferisco morire in viaggio per il Colorado piuttosto che vegetare in questo cottage», dichiarò il novantenne Gance nel 1979, dopo aver accettato l’invito a Telluride.