«Il centrodestra è compatto» ripete da settimane Matteo Salvini ma per trovare la quadra sui sindaci la strada è stata lunga. Tra le principali città, mancavano ancora tre caselle: Milano, Napoli e Bologna. Ieri pomeriggio le prime due hanno trovato il candidato. A sfidare Beppe Sala sarà Luca Bernardo, il direttore del reparto di Pediatria del Fatebenefratelli, a Napoli in campo il magistrato in aspettativa Catello Maresca. Mentre per Bologna la scelta dovrebbe arrivare oggi: in lizza l’imprenditore Fabio Battistini (il favorito) e l’editore Roberto Mugavero.

«COMPATTI E UNITI» ripete la Lega. Ma in competizione. A Milano la casella del vicesindaco da affidare a Gabriele Albertini sembra tramontata. Se ne riparlerà dopo le elezioni. Ufficialmente perché sta preparando una lista in appoggio a Bernardo ma, in base al racconto di La Russa, Maurizio Lupi avrebbe mostrato a Salvini il commento di Albertini su di lui: «Chierichetto affarista». Il ticket si è infranto sul veto di Noi con l’Italia e la poca convinzione di FdI.

«Il centrodestra privilegia la squadra» l’altro mantra di Salvini. Mentre si privilegiava la squadra a Milano si sono bruciati una decina di candidati sindaco, l’ultimo Oscar di Montigny (ad di Medilanum Comunicazione). Il leader del Carroccio ieri è corso a mettere il cappello su Bernardo. Ma a tirare fuori il nome è stata la senatrice azzurra Licia Ronzulli (si tratta del medico della figlia). Per assicurarsi l’appoggio della Lega Bernardo è andato al gazebo a firmare i sei referendum sulla giustizia, tanto cari a Salvini.

L’INVESTITURA di Giorgia Meloni tramite un faccia a faccia lunedì nello studio legale di La Russa. La stessa Meloni ha messo in chiaro: «A Milano volgiamo vincere». Capolista per Fdi sarà il direttore editoriale di Libero, Vittorio Feltri, mentre La Russa ha già rivendicato per FdI l’assessorato alla Cultura con Francesco Alberoni. Dall’altro lato della barricata hanno già tirato fuori i precedenti in politica della famiglia Bernardo: Luca nel 2006 è stato candidato come consigliere comunale nella lista civica di Letizia Moratti, 200 le preferenze raccolte. Il fratello Maurizio è un ex parlamentare del Pdl poi passato a Ncd, Ap e infine nel 2018 al Pd senza ottenere la rielezione.

«Abbiamo presentato tutti candidati unitari e tutti esterni alla politica – il commento di Salvini -. La politica porta il suo valore aggiunto però, a differenza della sinistra che ha scelto ex ministri, ex sindaci, con tutto il rispetto per gli ex, noi abbiamo scelto uomini della giustizia, primari d’ospedale in prima linea contro il Covid, avvocati, uomini di cultura o d’impresa». Insomma dopo tanti guai con la giustizia e inciampi politici, una mano di civismo per rinfrescare la Lega e il centrodestra.

CAPITOLO NAPOLI. Il candidato designato è da mesi Maresca. La gestazione così lunga è dipesa dall’insistenza del magistrato a non volere i marchi dei partiti: «Il mio è un progetto civico» ha ripetuto dalle prime uscite fino a dichiarare «ce ne fottiamo dei simboli». Una posizione troppo forte per non provocare una reazione. Non in tutti. La Lega, il cui brand non ha presa a Napoli, sta valutando di abbracciare il civismo infilando i candidati in liste di partito mascherate. FdI, invece, è in piena corsa per guadagnare spazio nella coalizione così ha messo in chiaro subito che non avrebbe mai rinunciato al simbolo e, anzi, potrebbe schierare Meloni capolista.

In casa Fi, ieri Berlusconi ha contattato Maresca, che nel frattempo aveva già ammorbidito i toni. La telefonata è stata un segnale sul territorio per mettere in chiaro che il partito dovrà impegnarsi per Maresca, un fatto non scontato. Da settimane il malumore cresceva: «Ci ha ripensato perché ha capito che senza di noi e FdI rischiava di non andare al ballottaggio» il ragionamento tra gli azzurri. «La telefonata del presidente sgombra il campo da ogni dubbio. Siamo pronti a sostenere il progetto Per Napoli con nostro simbolo» ha sottolineato il coordinatore regionale, Domenico De Siano.

IL COMPROMESSO dovrebbe essere inserire nei simboli «Per Napoli», a testimoniare l’adesione al progetto Maresca. «Nessuno gli vuole fare la tessera ma la nostra presenza è fuori discussione» aveva chiarito Tajani. Intanto il consigliere comunale di Fi, Stanislao Lanzotti, ha lasciato il partito per lavorare a una lista con il manager Riccardo Monti in appoggio al centrosinistra. «Sono contento dell’adesione di tutte le forze del centrodestra – il commento del pm -. L’avversario è il centrosinistra che ha governatonegli ultimi 35 anni». Adesso che non è più un civico puro, un pezzo di transfughi da Dema (il movimento del sindaco Luigi de Magistris) ha rinunciato a correre con lui. E dovrà decidere anche l’associazione Essere Napoli, che ha sostenuto Maresca dall’inizio mettendo in chiaro: «Nel nostro progetto Lega e gli altri non ci possono stare».