Dato alle stampe nel 1819, Fidanzate alla prova (titolo originale Brautproben, Marietti 1820, pp. 159, euro 15,00) è un romanzo che vede ora la luce nella versione italiana grazie all’attenta curatela di Aldo Setaioli, filologo classico e latinista nonché docente emerito dell’Università di Perugia. L’autore, Friedrich August Schulze, era nato a Dresda nel 1770 e vi era morto nel 1849: narratore assai eclettico, che pubblicò le sue opere sotto vari pseudonimi, produsse un’enorme mole di scritti nell’ambito dei quali – oltre ai numerosi racconti, agli articoli giornalistici e alle tante pièce teatrali – sembra opportuno segnalare almeno i tre volumi dei Memoiren (1837) e i sei tomi delle Gesammelte Schriften (1843).

VA MESSO ANZITUTTO in rilievo come il romanzo offra uno spaccato della vita di quell’alta borghesia tedesca che, a seguito della Restaurazione, si era in gran parte affrancata dall’influenza francese rivendicando anzi la propria identità germanica: un ceto che, pur essendo assai benestante e piuttosto istruito, non appare per nulla disposto ad appassionarsi alle correnti ideologiche e culturali che ne hanno connotato l’epoca.
I personaggi principali della narrazione si limitano pertanto a citare alcune liriche di Goethe, Schiller, Gellert, un paio di proverbi e qualche passo della Bibbia: ben poco, dunque, che possa richiamare alla mente le concezioni, le tematiche, le atmosfere del romanticismo. Fidanzate alla prova è insomma un testo che fu redatto negli anni in cui quel movimento conobbe la sua massima fioritura ma – nota lucidamente il curatore – non dà affatto l’impressione di esserne stato influenzato.

La vicenda ruota attorno a Max, medico quarantenne che non intende esercitare la professione ed è incline a considerare il matrimonio soltanto un affare nonché un modo per onorare la volontà paterna dal momento che – qualora non convolasse a nozze entro una certa data – verrebbe diseredato. È dunque questo il motivo per cui si lascia convincere da Niklas Scharf, il suo sagace servitore e precettore (nomen omen!), a scorrere il catalogo che quest’ultimo ha compilato «con diligenza tutta tedesca» e a scegliere una sposa. Tra improvvisi entusiasmi e repentine disillusioni, profonde suggestioni e paralizzanti titubanze, egli dimostrerà tutta la propria bambinesca immaturità: a toglierlo d’impaccio provvederà allora il severo ma comprensivo genitore.

È interessante osservare, al riguardo, come Schulze si riveli capace di delineare efficacemente i tratti caratteriali delle varie «candidate» dalla brillante ma infida Elise alla stravagante e crudele Bertha; dall’impulsiva vedova Tina all’amabile Therese; dall’insensibile Gottliebe alla lunatica Laura e al suo mordace scoiattolo; dalla devotissima ma inetta Emma alla remissiva Kornelia, al lettore viene illustrato un vero e proprio campionario delle sensibilità femminili.

OCCORRE RILEVARE, infine, come Fidanzate alla prova abbia i suoi punti di forza tanto nella leggerezza del tono quanto nella sottile ironia con la quale l’autore ne punteggia le pagine. La narrazione procede dal canto suo per capitoli piuttosto brevi i cui periodi, stringati e incisivi, si caratterizzano per la musicalità del ritmo, la ricchezza del lessico, il plurilinguismo e la varietà dei registri espressivi: tutte peculiarità che contribuiscono a farne un romanzo pregevole e gradevolissimo.