Ci sono tanti modi per insultare e sfottere un gay. In ogni caso si chiama omofobia. Ma lo stile di Alessandro Morelli, capogruppo leghista in consiglio comunale a Milano ed ex assessore ai tempi di Letizia Moretti, è particolarmente rozzo, ignorante e maldestro. Sul suo profilo facebook Morelli ha pubblicato un’immagine contro le adozioni gay che ritrae Nichi Vendola e il suo compagno sovrastata dalla scritta “Gay e pedofilo” e da una dichiarazione attribuita al governatore della Puglia: “Sono pronto a fare la mamma”. Non contento, l’esponente del Carroccio ha aggiunto un suo commento: “Vendola, vuole fare la mamma. Qui nasce il caso: genitore 1 o genitore 2?” volendo alludere e polemizzare con la decisione del comune di Bologna che abolisce la dicitura “madre” e “padre” nei registri di iscrizioni a scuola.

Il misfatto avrebbe potuto passare inosservato come uno dei tanti e quotidiani attacchi assurdi contro i gay. Repubblica.it invece lo ha notato e ne ha dato notizia sul suo sito. A quel punto ne è nato un caso. Il prode Morelli, vistosi colto sul fatto, da vero uomo ha subito tentato un’imbarazzante retromarcia. Ha cancellato il post e ha farfugliato una confusa richiesta di perdono: “Non mi ero accorto. Mi è arrivata l’immagine che si riferiva a delle sue presunte affermazioni del passato sul diritto ad avere una loro sessualità con gli adulti che ho scoperto essere una bufala e l’ho ripresa. Mi dispiace”. Poi ha scritto sempre su facebook: “Devo le scuse a Vendola e lo faccio qui. Non ha affermato che i bimbi devono avere una loro sessualità anche con gli adulti. Gli chiedo scusa e nei prossimi giorni lo inviterò a un dibattito sul tema delle adozioni. Un passo avanti per parlare dei diritti di tutti”. Come si dice una toppa peggio del buco, tanto che anche il messaggio di scuse è stato subissato da commenti indignati che chiedevano le dimissioni di Morelli. E lui, impavido, ha deciso di cancellare anche le scuse.

La segreteria nazionale di Sel ha annunciato in ogni caso che intende querelare Morelli, mentre Marco Mori, presidente di Arci Gay Milano, ha definito questi personaggi come “mandanti delle aggressioni omofobe” e ha attaccato duramente la Lega il Pdl. “Il consigliere Morelli, nonostante le buone maniere, ha finalmente gettato la maschera – ha detto Mori – E’ anche lui intriso di quel pregiudizio, disprezzo e odio verso gli omosessuali che caratterizza il movimento per cui milita. Inutile cancellare il post incriminato, chiedere scusa e invitare a parlare di diritti come ha fatto. Ha dimostrato chiaramente il suo pensiero un anno fa nel dibattito sul registro per le unioni civili. Se lì ha soffocato l’istinto, provando ad argomentare con ragionamenti sottili, ma sbagliati fin dalle fondamenta, oggi lo lascia libero nel modo più becero: prima insulta e confonde, forse preso dalla foga di essere brillante, poi cancella il post, poi cancella anche il post di scuse per sfuggire agli attacchi di cittadini indignati. Insomma, Morelli non si comporta diversamente dai bulli di periferia”. Anche diversi consiglieri comunali milanesi di Sel e Pd hanno stigmatizzato l’episodio.

Morelli aveva già fatto notizia quando il ministro Kyenge, venuta a Milano per la consegna simbolica della cittadinanza a 200 figli di stranieri, aveva rifiutato di stringergli la mano. E alla luce di quanto è successo adesso, è davvero difficile darle torto.