Se non s’è parlato di affari perché il rigido cerimoniale non lo prevedeva, certamente la visita privata del leader Xi Jinping a Palermo, apre un mercato potenziale dai numeri esorbitanti. La missione in Italia del presidente della Repubblica popolare cinese ha tenuto banco per giorni nel Paese e su questo punta ora la Sicilia anche nei rapporti col governo giallo-verde che a Palermo ha inviato come delegato il sottosegretario Michele Geraci che sta seguendo la delegazione che oggi alle 10 lascerà la città alla volta di Nizza.

Una visita lampo, quella di Xi Jinping, che apre prospettive enormi rispetto a dossier in campo, basti pensare all’ex Fiat di Termini Imerese, alla Italtel di Carini o al porto. Il sindaco Leoluca Orlando li ha messi in un documento che ha consegnato alla delegazione cinese. Si vedrà. Al momento, la cosa più concreta è un volo diretto tra Palermo e Pechino: potrebbe essere attivato in autunno. Poca roba rispetto al potenziale cinese. Nulla sul fronte energetico, asset che in realtà interessa ai cinesi, e neppure sul quello delle infrastrutture, come il porto di Palermo, per il quale l’Eurispes sta spingendo proprio sul fronte cinese un progetto da 5 miliardi di euro per fare diventare lo scalo l’hub commerciale più grade d’Europa per movimentare qualcosa come ben 16 milioni di container all’anno, 2 mln in più di Rotterdam. La chiave di volta per aprire i rapporti però potrebbe essere stata trovata. Doveva durare appena 37 minuti la visita privata a Palazzo Reale, ma alla fine Xi Jinping e la moglie Peng Liyuan si sono trattenuti un’ora. Il leader cinese e la sua consorte, a Palermo in omaggio al Capo dello Stato Sergio Mattarella, sono rimasti incantati dal Palazzo, il Parlamento più antico d’Europa, un tempo dimora di Federico II, dove sventolava per l’occasione la bandiera rossa con le 5 stelle della Cina, accanto a quelle dell’Ue, dell’Italia e della Sicilia. La first lady, sorridente e loquace, è stata ammaliata dalla bellezza della Cappella Palatina con i suoi mosaici che tolgono il fiato; e più volte, durante il giro, s’è fatta fotografare accanto ai meravigliosi intarsi. «Una visita preziosa», l’ha definita Xi, secondo cui il Palazzo Reale «sarebbe perfetto nella Via della Seta» come ha confidato al presidente dell’Assemblea siciliana, Gianfranco Miccichè, che nella sua stanza, sulla Torre Pisana, ha omaggiato la coppia con uno spettacolo del bambino puparo Antonio Tancredi Cadili, 8 anni, abbracciato alla fine dal presidente e dalla moglie che lo hanno invitato in Cina. Parole quelle di Xi Jinping che incoraggiano.

Il solo affare, per la Sicilia, andato in porto è quello sugli agrumi. «Alibaba», con il supporto del ministero delle Politiche agricole e del Distretto agrumi di Sicilia, sarà la prima piattaforma globale a portare le arance di Sicilia in Cina. L’arancia rossa sarà presente in una fascia di mercato premium, di alta qualità e distribuite a partire dalle prossime settimane, inizialmente tramite Mr Fresh di Tmall, una dei ‘marketplaces’ on line del gruppo «Alibaba» che conta 637 milioni di consumatori cinesi attivi, e Freshippo, catena di supermercati ‘new retail’. «La novità consiste nel trasporto delle arance via aereo, e non soltanto via nave, opzione già possibile dal 2017 – dice il presidente del Distretto Agrumi di Sicilia Federica Argentati – L’aereo consente al prodotto di arrivare in condizioni tali da garantirne meglio la qualità e il posizionamento su una fascia alta di mercato. Una possibilità sbloccata dopo tante sollecitazioni grazie al lavoro svolto lo scorso autunno dal ministero dello Sviluppo economico».