1. È stato un giorno propizio questo 13 novembre, abbiamo fatto tredici: brindare con il Ferrari che ci arriva grazie ad un titolo bello, tra tanti, e nel giorno della prima uscita a 20 euro, nonostante non esistano più i venti della storia.
  2. Come sapete c’è conflitto sull’autore del titolo «Sono Stato» per presentare l’onnipresenza di Napolitano. Tanto che i due presunti titolisti stanno per sfidarsi a duello. Il mistero continua.
  3. Basterebbe però umilmente ricordarsi che «sono stato» vede aggiunto il manifesto. Quindi, di seguito si legge – nella titolazione involontaria del premio Ferrari: sono stato il manifesto. Affermazione più che sicura. L’unica in questa fase. Bisogna naturalmente dimostrare adesso, ed è, come sapete, la nostra battaglia in corso, se lo «stato» del manifesto sarà più o meno futuro.
  4. Quanto alla copertina di ieri: potrebbe arrivare una mail da Parigi secca e dura: «Quella non è la nave corsara di Pintor ma una barca di fighettoni»; un altro messaggio cablo è giunto da L’Avana firmato Fidel Castro: «Il battello del Granma era un’altra cosa»; dal Vaticano un messo in nero ha portato una cartolina del papa che dice: «Fratelli, troppo ’agradevole’ la nave a vela, era meglio un parapenDIO… Francesco». Infine Joseph Conrad dall’aldilà fa sapere che «purtroppo non si vede il tifone che incombe». E don Ciotti suggerisce e s’interroga con noi se «il manifesto non assomigli piuttosto a un barcone di migranti con il trafficante-liquidatore». Comunque sia, auguri a tutti noi, i soli di sinistra.

tommaso di francesco