Quelle grandi labbra rosse con cui Bertrand Lavier ha dato forma a un divano (dichiarata la citazione di Dalì) poggiato su un congelatore (l’opera si chiama La Bocca, 2005), è il primo indizio di un percorso costruito secondo la logica del lapsus. Le labbra, ridotte e ingabbiate, tornano in un’altra opera esposta a Punta della Dogana, precisamente in Sans titre (1975) che Tetsumi Kudo ha realizzato mescolando le sue impronte di mani, piedi, bocca e altri frammenti organici. Un’opera che traduce il paradosso insito nella sua fragilità apparente, che è all’opposto della durezza e della resistenza, che pure sono qualità...