Sembra ormai inevitabile, a Hollywood, registrare una tendenza alla favola revisionista che ha l’ardire, e quasi mai l’ardore, di trasfigurare fiabe e miti consolidati dell’immaginario dell’infanzia in pasticci post-apocalittici o young adult – l’unica «anomalia», negli ultimi anni, sembra essere solo lo straordinario Il grande e potente Oz di Sam Raimi. Pan, dell’inglese Joe Wright, non fa eccezione, commutando la storica rivalità fra Peter e Capitan Uncino in amicizia dai risvolti quasi paterni, e l’Isola che non c’è in un purgatorio roccioso dove i bambini sono costretti a lavorare tutto il giorno alla ricerca della polvere di fata. Peter, all’inizio...