Una leggenda dello sport afroamericano sull’insegna di una scuola, al posto del nome di uno dei leader del Ku Klux Klan. Nella Georgia dalla legge razzista approvata dal Congresso locale e firmata dal governatore di fede rep Brian Kemp, che restringe il diritto al voto soprattutto per le comunità meno abbienti, un liceo di Atlanta ha deciso di lanciare un segnale forte contro l’intolleranza prendendo il nome di un giocatore di baseball nero. La Forest Hill Academy, una scuola pubblica, diventerà dalla prossima annata scolastica l’Hank Aaron New Beginnings Academy, in onore dell’omonimo lanciatore della squadra di baseball, gli Atlanta Braves, in cui Aaron ha battuto il record di home run (i fuoricampo) del mito americano del baseball, Babe Ruth. L’edificio scolastico sino a qualche giorno fa era intitolato a Nathan Bedford Forrest, uno dei principali protagonisti del KKK – era considerato il Mago dell’organizzazione segregazionista – e generale dell’esercito dei confederati durante la guerra civile americana. Mentre Aaron, morto qualche mese fa a 86 anni, era uno dei membri della Hall of Fame del baseball nazionale e uno dei simboli degli sportivi afroamericani su cui sono piovute negli anni offese razziste, addirittura minacce di morte per il record abbattuto di Babe Ruth, durante le 21 stagioni agli Atlanta Braves. In precedenza, aveva giocato nella Negro League, la lega del baseball e di altri sport americani in cui giocavano solo atleti afroamericani. In generale, la scuola intitolata ad Aaron è l’ennesimo episodio ad Atlanta in cui i distretti scolastici cancellano dalle insegne di spazi pubblici il nome di personaggi legati al razzismo.

È L’ONDA LUNGA della morte di George Floyd a Minneapolis che ha ispirato il cammino di Black Lives Matter, che spinge una parte di America ad attivarsi concretamente contro i diversi casi di razzismo che si registrano ogni giorno, per ultimo Daunte Wright, la vittima del taser di una poliziotta, sempre a Minneapolis. L’approvazione delle legge sul voto in Georgia, che praticamente impedisce di accedere alle votazioni i redditi più bassi (e quindi gli afroamericani), con alcuni passaggi lunari come il divieto di fornire acqua e cibo in fila ai seggi, ha provocato la ribellione della Major League Baseball. La lega nazionale del baseball, solitamente tiepida a esporsi pubblicamente su episodi di razzismo (il baseball è riconosciuto come lo sport dei bianchi negli Stati uniti) ha deciso di non far disputare ai primi di aprile l’All Star Game proprio ad Atlanta dopo l’approvazione della legge che restringe l’accesso al voto in Georgia, con la legge beffardamente denominata The Election Integrity Act of 2021. Una decisione forte, approvata da star dello sport americano ed esposte sul tema razzismo come Lebron James dei Los Angeles Lakers e altre voci riconosciute come Steve Kerr, coach dei Golden State Warriors della Nba. La stessa Nba fece lo stesso quattro anni fa, annullando l’All Star Game da Charlotte a New Orleans, per l’approvazione di norme discriminatorie verso i transgender nello stato americano.