A Ventimiglia il 30 aprile sarà come se tornasse tra noi Piero Calamandrei.
Difendendo Danilo Dolci, nel 1956, egli disse: «È, tradotto in cruda rossa di cronaca giudiziaria, il dialogo eterno tra Creonte e Antigone, tra Creonte che difende la cieca legalità e Antigone che obbedisce soltanto alla legge morale della coscienza, alle «leggi non scritte» che preannunciano l’avvenire. Nella traduzione di oggi, Danilo dice: «per noi la vera legge è la Costituzione democratica».

Il commissario Di Giorgi risponde: «per noi l’unica legge è il testo unico di pubblica sicurezza del tempo fascista». Anche qui il contrasto è come quello tra Antigone e Creonte: tra la umana giustizia e i regolamenti di polizia; con questo solo di diverso, che qui Danilo non invoca leggi «non scritte». (Perché, per chi non lo sapesse ancora, la nostra Costituzione è già stata scritta da dieci anni)».
Anche oggi – settant’anni dopo che la Costituzione è stata scritta – qualcuno può ancora essere incriminato perché ha applicato il suo articolo 2, quello in cui la Repubblica «richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale».

Avviene perché una procura ritiene sovraordinata alla Costituzione una ordinanza sindacale ovviamente incostituzionale. Ed è a questo punto che i cittadini italiani sono chiamati a muoversi, in prima persona.
Non è un problema solo italiano. E, come ha notato Jennifer Allsopp in Contesting Fraternité (uno studio dedicato allo stato dei migranti nella Francia di oggi dal Refugee Studies Centre dell’Università di Oxford nel 2012) l’unica soluzione è una mobilitazione civica che fornisca a chi si trova a processo per il ‘reato di solidarietà’ una efficace protezione legale. Dare protezione legale a chi dà cibo, cure, aiuto ai migranti.

La stessa protezione che dovremo garantire a chi incorrerà nei rigori dell’osceno Decreto Minniti, che usa il decoro delle nostre città storiche contro l’umanità dei loro cittadini, spezzando così un legame millenario, consacrato dalla Costituzione.

La manifestazione del 30 è un primo importantissimo passo, ma poi dovremo pensare a creare e a finanziare questa rete di protezione legale. Per sconfiggere Creonte in tribunale, oltre che nelle piazze e nelle coscienze.
* presidente di Libertà e Giustizia