Un nuovo dpcm sarebbe in arrivo per prorogare le restrizioni e forse con nuove misure, probabilmente per limitare l’apertura dei supermercati, dei bar negli autogrill e forse anche le uscite da casa. Nulla invece sulla chiusura di fabbriche e uffici. In Germania la Volkswagen ha chiuso gli stabilimenti. Negli Usa Ford ha già annunciato la chiusura, GM e Fca si accingono a farlo. Ma in Italia, dove il contagio corre, e persino in Lombardia, prima linea della guerra al Coronavirus, gli stabilimenti restano aperti. Gli operai si ritrovano anche in centinaia nei capannoni, spesso per produrre merci che non figurano nelle fondamentali filiere alimentare e sanitaria. Ed è difficile prendere sul serio gli impegni a garantire loro massima sicurezza quando l’ordine dei medici denuncia la carenza di protezione persino per chi lavora nella sanità, e il risultato sono oltre 2500 medici e infermieri contagiati. Senza contare l’«indotto», cioè i mezzi pubblici, perché andare in fabbrica o in ufficio senza affollare i mezzi non è difficile. È impossibile.

PER IL GOVERNO la chiusura non è necessaria. Le misure adottate bastano, anzi basterebbero se tutti seguissero le prescrizioni. Qualche risultato si vede, sottolinea il capo della Protezione civile Borrelli: i guariti in un giorno sono 1.084. È un record ma lo è anche quello delle vittime, 475 morti, un’ecatombe. Qui il record è mondiale. Tanti decessi in un giorno solo non c’erano stati neppure a Wuhan nel momento più critico. «Il numero dei contagiati è stazionario», ripete Borrelli. Ieri erano ’solo’ 2648 in più del giorno prima, la maggior parte in Lombardia, seguita dall’Emilia dove la situazione si aggrava. È un gioco di prestigio, realizzato contando i contagiati, in modo da sottrarre i guariti, invece che l’aumento delle positività. Senza quel trucco contabile l’aumento reale di ieri è di 4207 nuovi positivi. «La curva epidemica è in crescita», riconosce il capo dell’Iss Brusaferro e invita «a non farsi illusioni» neppure per le regioni dove «il contagio non è così veloce», quelle del centrosud. Però «solo lo 0,8 dei morti non aveva patologie pregresse». Consolante sino a un certo punto: gli italiani con patologie pregresse sono più o meno uno su due.

LA CHIAVE DI TUTTO, ripetono medici e politici, è nel distanziamento sociale, nel rispettare la consegna di non uscire di casa. «Gli effetti si vedranno tra qualche giorno», promette Silvio Brusaferro ma i dati sugli spostamenti dicono che ancora troppa gente esce di casa senza ragione. Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ventila nuove misure, più restrittive, col divieto formale di fare passeggiate o attività sportive all’aperto, anche da soli e a distanza di sicurezza. Per ora è una raccomandazione. Però «se dovremo essere più chiari nella nostra linea in un prossimo decreto, lo faremo», sottolinea.

Ma anche senza bisogno di nuove disposizioni, la stretta è quotidiana. In parte affidata alle ordinanze regionali, in parte maggiore tramite disposizioni alle forze dell’ordine di essere più rigidi e severi. Infatti fioccano le multe e viene adombrata anche la possibilità di passare alle denunce per «procurata epidemia». Sono giri di vite giustificati. Lo diventano molto di meno se, a fronte delle denunce scattate a carico di persone sedute da sole su una panchina come è successo ieri a Pordenone, corrisponde poi l’apertura di fabbriche e uffici nell’inferno di Bergamo. Il governo aspetta. I risultati del semicoprifuoco sono attesi per il 25 marzo. Poi si vedrà. Però una settimana, in queste condizioni, rischia di essere un’eternità.

IL 25 MARZO È con il 3 aprile anche una delle deadlines che il governo si è dato, nel vertice di ieri pomeriggio tra il premier Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia Gualtieri e i capidelegazione al governo, per decidere come giostrare il prossimo decreto, quello di aprile. Se l’emergenza sarà in via di risoluzione il dl cercherà di porre le basi per la ripresa. In caso contrario saranno ancora misure emergenziali di sostegno. Il vertice ha iniziato a misurarsi anche che un tema spinoso, come trasformare presto e bene in moneta sonante le misure contenute nel decretone. Una decisione immediata però è già stata presa: le misure restrittive saranno prorogate ben oltre il 3 aprile.