La chiamata a una mobilitazione per la pace del prossimo 25 gennaio è il naturale punto di caduta di una preoccupazione crescente. Il blitz del presidente Trump e l’uccisione del generale iraniano Soleimani è stato un crimine di guerra compiuto in violazione della sovranità dell’Iraq. La sola lettura geopolitica fatta dai media e dagli analisti, che tiene conto unicamente degli interessi degli Stati e dei governi, non basta a descrivere e capire quanto sta accadendo nell’area mediorientale, attraversata da mobilitazioni popolari di cittadini che reclamano diritti sociali, libertà, democrazia e pace. È palesemente riprodotta la divaricazione tra politiche dei governi...