L’anno appena passato non ha riservato grandi scossoni o donato particolari capolavori al cinema giapponese. Si sono confermati in modi diversi gli stessi che da un paio di anni, o decenni, sono sulla cresta dell’onda come Hirokazu Kore’eda, Koji Fukada o Ryusuke Hamaguchi, fra quelli più apprezzati dai circuiti festivalieri, e Makoto Shinkai per quel che riguarda il cinema di animazione. Proprio l’ultimo lavoro di quest’ultimo, La ragazza del tempo — Weathering With You, si è rivelato il film giapponese che più ha incassato al botteghino, e sempre dal settore dell’animazione sono usciti altri ottimi lavori come Children of the Sea.

Il 2020, anno che sarà caratterizzato dalle Olimpiadi di Tokyo, evento che monopolizzerà i media e avrà un impatto considerevole a livello economico nel paese, si preannuncia nonostante tutto ricco di uscite cinematografiche made in Japan. Una tendenza in atto ormai da alcuni anni, anche se la speranza è che il livello qualitativo del nuovo cinema d’intrattenimento sia migliore del recente passato. Fra i film più attesi c’è sicuramente Evangelion 3.0 + 1.0, l’ultimo capitolo della tetralogia diretta da Hideaki Anno, film che dovrebbe uscire nelle sale giapponesi ad inizio luglio. Sempre Anno, sarà protagonista questa volta nelle vesti di attore nell’ultimo film di Shinji Iwai, Last Letter, in uscita fra poche settimane. Ritornando nel campo dell’animazione, ma questa volta per i più piccoli, in estate è atteso Stand By Me Doraemon 2, il secondo film realizzato in CGI dedicato al famoso gatto e alle sue avventure. Takashi Yamazaki, colui che più di tutti si è imposto negli ultimi anni nel campo del cinema giapponese realizzato in computer graphic, ne sarà il co-regista.

PER CONCLUDERE il panorama dell’animazione, molte aspettative per l’ultimo lavoro targato Production I. G, che a settembre farà uscire Shika no o (Il re dei cervi), fantasy tratto da una serie di romanzi e debutto alla regia per Masashi Ando, character designer che ha lavorato per lo Studio Ghibli (Principessa Mononoke, La città incantata) ma anche per Paprika e Paranoia Agent di Satoshi Kon o Your Name del già citato Makoto Shinkai.
Fra le dozzine di film ambientati in epoche passate, spesso commedie con il solo scopo di portare sul grande schermo personaggi televisivi famosi, spicca la coppia di lungometraggi dedicati a Rurouni Kenshin. Si tratta di due film, entrambi in uscita quest’anno, luglio e agosto, che proseguono la saga dell’ex assassino di professione ora pentitosi, durante l’epoca Meiji, storia che è adattata da un famoso manga.

Al CONTRARIO  dei lavori tratti da fumetti che spesso finiscono per essere poco originali e stilisticamente privi di interesse, i primi tre lungometraggi di Rurouni Kinshin, il primo uscì nel 2012, si sono rivelati di buona fattura ed avevano confermato il talento registico, specialmente nel coreografare le scene di azione, quasi di ispirazione wuxia, del regista Keichi Otomo.
Questo in linee molto generali e superficiali quello che ci si può aspettare dall’annata cinematografica del Sol Levante, senza contare che le piattaforme streaming e la loro influenza si stanno facendo sentire sempre di più. I lavori più affascinanti però, il più delle volte si rivelano quelli meno attesi o le opere che nessuno si aspetta, un documentario che sperimenta i limiti del genere ad esempio o ancora un lavoro indipendente a basso costo che conquista le platee di tutto l’arcipelago, come fu il fenomeno One Cut of the Dead – Zombie contro zombie due anni or sono.

matteo.boscarol@gmail.com