Nunzio Perrella, ex boss dei rifiuti utilizzato come agente provocatore da Fanpage per infiltrarsi di nuovo nel giro, si è riconquistato un nome: nel secondo video, diffuso ieri, sono gli affari ormai che trovano lui. Un imprenditore gli racconta che la regione Campania è in difficoltà: «Ha fatto cinque lotti per spostare le ecoballe, di questi lotti due sono partiti e tre no, non ce la fanno col prezzo. Io ho conosciuto il figlio di De Luca, bisogna incontrare il figlio di De Luca». Si tratta di Roberto, il secondogenito, commercialista e assessore al Bilancio a Salerno. Non ha alcun titolo per discutere di ecoballe, che sono invece uno dei maggiori problemi del padre, il governatore campano Vincenzo De Luca. Fu infatti il padre a promettere a Matteo Renzi nel 2015 di liberare la regione dall’immondizia impacchettata, accumulata durante gli anni dell’emergenza. Le prime operazioni di rimozione nel 2016 ma la fine è lontana.

NELLA SECONDA puntata dell’inchiesta Bloody money Perrella discute con l’intermediario che lo metterà in contatto con De Luca jr: «Un mio amico, che è amico suo, me lo ha presentato, lui vuol fare delle cose. Abbiamo parlato un po’ di più, ha detto che lui ha una società che non so che fa». Perrella replica: «Tanto parla con il padre, no?», «se si può fare è naturale, e ci guadagna pure lui» la risposta. Per arrivare al figlio del governatore bisogna passare da Francesco Igor Colletta, ex carabiniere, socio di Roberto De Luca ed ex candidato del centrodestra ad Angri.

Il 7 febbraio a Salerno avviene il primo incontro. De Luca chiede a Perrella: «Fate solo ecoballe o tutto?». L’ex boss lo rassicura: «Facciamo tutto, separiamo i rifiuti e li mandiamo in Perù in due discariche, una per i rifiuti pericolosi e una per i normali». Perrella chiede informazioni su come strutturare la domanda per aggiudicarsi l’appalto: «Se possiamo avere indicazione come inoltrare e quali sono i prezzi che possiamo fare. Possiamo arrivare a 100 camion al giorno». Colletta sottolinea: «Dobbiamo accreditarli come azienda». De Luca replica: «Non so ancora quale sarà il tecnico, se il professore Belgiorno o qualche altro tecnico della regione». Vincenzo Belgiorno cura il piano di rimozione delle ecoballe, De Luca alla fine decide di farsi dare il numero del tecnico di Perrella.

L’incontro finisce con l’ex boss che dice a De Luca: «Noi adesso non ci vediamo più perché tu sei pericoloso, a me interessa solo quello che andiamo a stabilire adesso, se si può stabilire la percentuale. Dopo io parlo solo con lui (Colletta ndr) e da te qui non vengo più. Questo signore ha carta bianca da te». Il figlio del governatore replica: «Va bene. Io adesso vi faccio l’appuntamento col tecnico così potete cominciare a essere più operativi».

Perrella ricontatta l’imprenditore che gli ha spianato la strada e gli chiede qual è la prassi per la tangente da pagare: «Lui me l’ha detto (Colletta, ndr), io penso come altre cose fatte con loro la percentuale dovrebbe essere intorno al 10%». L’otto febbraio Perrella incontra ad Angri Colletta che lo rassicura: «Atteniamoci a questo 10, 15%. Poi vediamo se è 9, se 8, se è il 12 se è il 5». Perrella replica: «Comunque è comprensivo anche di Roberto?», «Massimo il 15» risponde Colletta. «Massimo il 15% comprensivo del signor Roberto, è così?» insiste Perrella, «è così!» conclude Colletta.

NELLA PROSSIMA PUNTATA di Bloody money il protagonista dovrebbe essere Biagio Iacolare: demitiano doc, ex consigliere regionale dell’Udc, fu protagonista del patto di Marano che portò Ciriaco De Mita ad appoggiare Vincenzo De Luca nella corsa a governatore nel 2015, contro l’uscente Stefano Caldoro con cui l’Udc era stata in maggioranza per cinque anni. Lo scorso marzo Iacolare è stato nominato presidente del Cda di Sma, la società in house della regione finita nell’inchiesta della procura di Napoli per traffico illecito di rifiuti e finanziamento illecito dei partiti, il troncone mostrato nel primo video di Fanpage. La procura ha indagato per corruzione sia Roberto De Luca che il consigliere regionale di FdI Luciano Passariello, nelle indagini dei pm sono coinvolti i clan Cimmino e Bidognetti.

Va all’attacco Luigi Di Maio: «La Terra dei fuochi esiste per colpa di politici come il Pd e Forza Italia che fanno affari con la criminalità organizzata. Chiederemo le dimissioni di tutti quelli coinvolti nell’inchiesta. Volevo farvi vedere il volto degli assassini politici della mia terra, i De Luca e gli altri. I figli del governatore sono l’orgoglio di papà: Piero è solo imputato per bancarotta fraudolenta, l’altro per corruzione». I 5S annunciano una mozione di sfiducia al governatore. Vincenzo De Luca non fa una piega: «Andremo avanti a carro armato. Mettiamo in conto addirittura l’uso di camorristi. Se pensate di ricattarci non perdete tempo».