Dosi consegnate 67.020, vaccinazione somministrate 68.138 pari al 101,7%: «Miracolo in Campania!» ha ironizzato la rete. In realtà i sanitari sono stati bravi a ricavare la sesta dose dalle fiale. Domenica scorsa l’intero primo carico è stato smaltito: la maggior parte dei vaccinati rientra nelle fasce d’età tra 40 e 69 anni; 56.293 dosi sono andate a operatori sanitari e sociosanitari ma ne resta ancora un 20% da immunizzare. Ieri pomeriggio è arrivato un nuovo carico di 5mila vaccini, stamattina ne arriveranno altri, domani ancora un altro carico per un totale di 34mila. Una parte sarà conservata per i richiami.

Le polemiche però non sono mancate. La prima l’ha innescata il presidente della regione, Vincenzo De Luca: la Campania è la terza regione per popolazione, dopo Lombardia e Lazio, ma ha avuto meno vaccini di regioni come Emilia Romagna, Veneto, Sicilia, Piemonte. Motivo: la percentuale corrisponde alla quantità di operatori da raggiungere e la Campania, dopo 10 anni di commissariamento, ha il numero minore di assunti nel comparto Sanità. Ma, come la pratica sta dimostrando, avere più dosi consente di chiudere prima le fase 1, inclusi i richiami, avviando in anticipo quella successiva. Questo ha innescato la competizione tra territori, la Campania ha iniziato a spingere per tenere la vetta della classifica.

Il centro vaccini allestito alla Mostra d’Oltremare di Napoli è stato invaso da una folla di vaccinandi, convocati lo stesso giorno alla stessa ora. Un serpentone lunghissimo che ha resistito a freddo e pioggia, anche 4 ore di attesa, per immunizzarsi. Target raggiunto ma le critiche sono fioccate fino a quando, domenica, si sono allestiti i gazebo per riparare le persone in fila, a cui sono stati dati i numeri per stabilire la precedenza. L’unico bagno chimico è strato affiancato da un secondo.

Alfredo Garzi, segretario generale della Fp Cgil Campania, spiega: «Attenzione ai richiami: chi ha fatto la prima dose il 27 dicembre, tra una settimana dovrà fare la seconda. Questa gara tra regioni ha fatto mettere da parte le persone coinvolte, lasciate per ore in fila con una condizione climatica avversa. Evitiamo di ripetere gli stessi errori a febbraio». Ma la seconda fase rischia di rallentare senza una crescita di vaccini disponibili. Al commissario Arcuri è stato chiesto personale sanitario aggiuntivo in proporzione alla popolazione ma anche ai buchi negli organici campani.

Polemica anche sulle categorie a cui dare la precedenza. In Campania si è scelto di coprire subito gli ospedali e le strutture in prima fila contro il Covid vaccinando l’intero personale, inclusi amministrativi, ditte delle pulizie e vigilanza. In fondo alla lista sono finiti: specialisti ambulatoriali, medici di base, pediatri, specializzandi seguiti da farmacisti; veterinari e odontoiatri; operatori dei laboratori accreditati. «L’elenco delle priorità è nazionale e manca di chiarezza – spiega Pierino di Silverio, responsabile Anaao Giovani – lasciando alle regioni il problema. In Campania con l’Ordine dei Medici è stato trovato un accordo per far vaccinare anche categorie come gli odontoiatri in modo spedito». Ieri l’Unità di Crisi ha raggiunto un’intesa per vaccinare i medici pensionati.