Nonostante non siano riusciti a trovare neanche un pullman per salire a Roma dalla provicia di Avellino – paradosso per chi lavora in un’azienda che produce autobus – la settantina di operai di Industria Italiana Autobus in presidio sotto il ministero ieri mattina ha vinto. I 50 ex Bredamenarini di Bologna e la ventina arrivati dall’ex Irisbus di Flumeri in rappresentanza dei circa 600 addetti scioperano e protestano da settimane per bloccare la vendita della loro fabbrica da parte di Invitalia – quindi da parte dello stato – al gruppo Seri, chiacchierata azienda estranea al settore automotive con alle spalle già fallimenti nell’Avellinese.

Il ministro Urso li ha ascoltati bloccando la vendita e prendendo venti giorni per decidere sul futuro di Iia. Lo stop è per vedere «se esistono altre proposte integrative o alternative» rispetto all’offerta Seri. I sindacati sono soddisfatti ma chiedono di trovare «davvero» una soluzione per salvaguardare produzione e occupazione. Al termine dei 20 giorni «ci assumeremo la responsabilità per salvare e rilanciare questo importante asset strategico per il paese», assicura Urso.

«L’obiettivo di oggi era fermare la cessione da parte del governo e lo abbiamo raggiunto, seppur a tempo: ci sono 20 giorni per trovare soluzioni alternative, a determinate condizioni», commenta il segretario generale Fiom Michele De Palma. Le prossime settimane «servano a cercare azioni condivise con la garanzia del governo», rimarca la nota unitaria Fim, Fiom, Uilm.