Non importa ciò che fate: se non deluderete il nostro Paese, la nostra società, la nostra gente e la vostra famiglia, allora starete aiutando a costruire il Sogno cinese». È questa la dichiarazione affidata all’attrice cinese Li Bingbing – l’avevamo vista nel penultimo capitolo della saga dei Transformers: L’era dell’estinzione, del 2014 – in uno dei quattro video di propaganda realizzati dalle autorità cinesi che vengono mostrati al pubblico nei cinema del Paese prima delle proiezioni di blockbuster hollywoodiani. Il video in cui compare Li Bingbing, che si trova su YouTube (https://youtu.be/GXmafyAxxmQ) è stato mostrato in un cinema di Pechino mercoledì scorso, proprio prima della proiezione del nuovo film dei Transformers, L’ultimo cavaliere.

 

 

In un articolo del «New York Times» dalla capitale cinese è riportato che alcuni manager di sale cinematografiche locali hanno confermato di aver ricevuto l’ordine, entrato in vigore la settimana scorsa, di proiettare questi brevi video di propaganda prodotti dal Dipartimento statale per Stampa, Radio, Cinema e Televisione. Il loro scopo è perorare i «valori socialisti fondamentali» e lo slogan del «Sogno cinese» dell’attuale presidente Xi Jinping, così come la teoria dei «quattro complessivi» attraverso i quali questo «sogno» si articola – della «moderata prosperità», della «realizzazione della disciplina di partito» eccetera – spiegati al pubblico da delle star cinematografiche cinesi.

 

 

Iinsieme a Li Bingbing, appaiono uno dopo l’altro – su sfondo grigio e accompagnati da musica orchestrale – volti famosi come Jackie Chan, Fan Bingbing, Angelababy, che oltre a illustrare gli slogan di propaganda recitano antiche poesie cinesi. In uno dei video Donnie Yen (visto di recente anche nei panni del guerriero Chirrut Imwe in Rogue One: A Star Wars Story) declama una massima del comandante Mao. Era già successo in passato che proprio il presidente Xi Jinping facesse appello agli artisti del paese per diffondere «i valori contemporanei della Cina».

 

 

Non sono chiare le eventuali ripercussioni nei confronti delle sale che non dovessero proiettare i video. In un articolo del sito cinese in lingua inglese «Global Times» citato sia dal «New York Times» che dall’«Hollywood Reporter», un impiegato di un cinema di Pechino racconta le reazioni del pubblico a questa direttiva: «In molti si sono presentati tardi alla proiezione proprio per evitare il ‘corto’ iniziale, altri alla fine del film se ne sono lamentati». Uno spettatore interpellato – di cui, a differenza dell’impiegato, è riportato il nome: Zhang Xun, di 34 anni – si è detto invece entusiasta del video che aveva visto prima del film: «Era semplice da capire, promuoveva un’energia positiva e aveva rilevanza rispetto alla mia vita».

 

 

Dalla pubblicazione, due giorni fa, degli articoli del «NY Times» e dell’«Hollywood Reporter», non c’è però più traccia dell’articolo del «Global Times» che riportava queste dichiarazioni, scomparso anche dal sito della testata cinese: potrebbe quindi essere stato rimosso.