Il fascismo -come pazientemente ripete Italo Bocchino- è morto e sepolto, e Giacomo Matteotti pure; ma mentre il primo non dà più noia a nessuno, il secondo continua a essere una bella gatta da pelare… perfino oggi che da quando M. si fece personalmente carico di pelare la gatta, cadono cento anni tondi tondi.
Insomma, la zizzania che quel rompiballe d’uno zombie socialista è capace di seminare pure dall’oltretomba, non ha limiti e ancora oggi scatena risse tra storici, politici, giornalisti e condomini. Già, pure condomini, in particolare quelli del civico 40 di via Pisanelli in Roma, dove lo stalker di M. stava di casa, e dove probabilmente molestava i suoi vicini non meno di quanto molestasse i suoi colleghi a palazzo Montecitorio.

Sia come sia, se i suoi stressatissimi colleghi di Parlamento riuscirono in fine a liberarsene, gli eredi dei suoi disgraziatissimi vicini di casa invece, proprio non ci riescono… ma dico io sei morto da un secolo? E allora chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato… invece no! sul muro del palazzo ci vorrebbero piazzare una targa con su scritto che a far secco Matteotti è stato un fascismo che -come pazientemente ripete Italo Bocchino- se oggi non esiste più, dato che come tutti sanno «nihil ex nihilo», è probabile non esistesse manco 100 anni fa.

Eppure… dirà magari il primo fesso che scalda una sedia alla Gruber, nel 1947 quell’uomo di M. di Dumini fu pur condannato all’ergastolo per aver accoppato Matteotti… e allora? si chiedono oggi in via Pisanelli 40, noi condomini che ci azzecchiamo? Perché esporre le nostre mura ad atti vandalici come quando nel 2017 una targa portatrice di altrettanta zizzania su Ponte Matteotti fu fatta a pezzi da fascisti che non esistono?
E poi ‘sta targa, dicono ancora i condomini, è troppo grande e c’è il rischio che si veda. Come dargli torto? Eppure…, dirà altro fesso che scalda altra sedia alla Gruber, sul monte Giano in Abbruzzo, dal 1939 persiste un bosco che si estende per quasi 100.000 metri con circa 30.000 pini piantati ad hoc per comporre la scritta «DUX» in onore di M. a tutt’oggi visibile a occhio nudo sicuramente dalla Luna, forse anche da Marte. E allora cosa dovremmo fare, tagliare i pini? Dargli fuoco? … che poi, sette anni fa, in effetti un principio d’incendio qualche pino della «X» se lo mangiucchiò pure, ma tosto 200 bravi ragazzi di Casa Pound si precipitarono a ripiantarne altri 1000 e ora la scritta, più bella e più grande che pria, è visibile pure da Giove.