I vescovi cattolici fiamminghi del Belgio hanno approvato un rito per la benedizione delle coppie omosessuali. È un atto che si contrappone a quanto previsto dalla dottrina cattolica e che l’anno scorso era stato ribadito dalla stessa Congregazione per la dottrina della fede, l’ex Sant’Uffizio. Dalla Santa sede, che non è stata consultata preventivamente, per ora non ci sono reazioni. Arriveranno presto, tanto più che la prossima settimana i vescovi belgi sono attesi in Vaticano per la già programmata visita ad limina, prevista ogni cinque anni.

Durante gli incontri pastorali, spesso le coppie omosessuali chiedono «un momento di preghiera perché Dio benedica e perpetui il loro impegno di amore e fedeltà», spiegano i vescovi fiamminghi. La nostra decisione, quindi, contribuirà alla costruzione di «una Chiesa ospitale che non esclude nessuno» e che «presta attenzione alla situazione delle persone omosessuali e dei loro famigliari». Anche se, puntualizzano i vescovi, «resta chiara la differenza con ciò che la Chiesa intende per matrimonio sacramentale», ovvero un’unione indissolubile tra un uomo e una donna.

Il rito, elaborato all’interno del coordinamento “Omosessualità e fede” e approvato dai vescovi fiamminghi, prevede una preghiera, alcune letture bibliche e la benedizione della coppia, i cui componenti dichiarano davanti a Dio di «esserci l’uno per l’altro in ogni circostanza della vita» e chiedono «la forza di essere reciprocamente fedeli».

Chi decide di restare solo, spiegano i vescovi, merita «il nostro apprezzamento e sostegno». Altri però scelgono di «vivere in coppia, in un’unione duratura e fedele con un partner», e anche questa relazione «può essere fonte di pace e felicità condivisa». «Si tratta di un messaggio positivo», dichiara alla Reuters il portavoce dei vescovi, Geert De Kerpel, aggiungendo che non c’è nessuna intenzione di sfidare il Vaticano e che anzi il rito è in linea con gli appelli di papa Francesco per una Chiesa più inclusiva.

Resta che la dottrina cattolica non ammette le coppie omosessuali. Il catechismo ribadisce che le singole persone omosessuali vanno accolte con «rispetto, compassione e delicatezza», ma l’inclinazione omosessuale è «oggettivamente disordinata» e gli atti omosessuali «in nessun caso possono essere approvati». E a marzo dello scorso anno (vedi il manifesto 16 marzo 2021), la Congregazione per la dottrina della fede, al dubium se «la Chiesa disponesse del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso», rispose chiaramente «no», spiegando che «quando si invoca una benedizione su alcune relazioni umane», occorre «che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione». E le coppie omosessuali non lo sono.

Le prossime mosse saranno importanti: quale sarà la reazione del Vaticano e se i vescovi fiamminghi, di fronte a una probabile “scomunica”, faranno marcia indietro oppure confermeranno la propria decisione. Che potrebbe essere imitata da altre conferenze episcopali – a cominciare da quella tedesca, dove se ne discute da tempo – e provocare un “effetto valanga”.