Cineasta irrequieto, Mirko Locatelli non ama ripetere quanto fatto brillantemente in passato. Produttore attento e dotato di gusto (come ben ha dimostrato il magnifico I cormorani di Fabio Bobbio) torna dietro la macchina da presa con Isabelle, un dramma cupo e sotterraneamente erotico che si inoltra con notevole padronanza di sguardo in quelli che una volta si sarebbero definiti territori «chabroliani».

COPRODUZIONE francese con la società di Robert Guédiguian, Isabelle vede protagonista un’inedita Arianne Ascaride, ricercatrice scientifica specializzata nell’osservazione degli astri e dei pianeti legata al figlio Jerome da un terribile segreto che rischia di mettere a repentaglio la sua presenza nella comunità nella quale vive fra le colline di Trieste. A complicare la situazione fatta di ansie e timori, giunge il giovane Davide legato inconsapevolmente al segreto di Arianne e suo figlio.

Intuendo il turbamento della donna e tentando di dare corpo a dei sospetti che nutre da tempo, Davide si lascia andare a un torbido gioco di seduzione facendo leva sul desiderio di Arianne di essere ancora desiderata. Locatelli crea così un thriller intimista lavorando le inquietudini erotiche di Arianne nella cui materia sono intrecciati sensi di colpa e persino oscuri fantasmi incestuosi mai espressi. Locatelli osserva il lacerarsi dei corpi, il loro andare alla deriva sequestrati fra sensi di colpa e l’ossessione di confessare e liberarsi. Utilizzando il paesaggio come contrappunto visivo e sensuale, un controcanto rispetto ai tormenti della protagonista e il suo lavoro messo in scena come una costante pulsione centrifuga, il regista crea un personaggio di donna complessa e mai banale.

UN CORPO che desidera essere amato ma lacerato fra il cielo dell’assoluzione e la forza di gravità della colpa che la tiene ancorata alla terra. E questa dinamica Locatelli la intreccia agli elementi del reale, senza mai cedere ad alcuna tentazione metafisica. Il suo sguardo documentario coglie il fremito delle cose volgendone il segno in una presenza umbratile e potente. Isabelle è un film complesso e misurato che evidenzia l’ambizione di Mirko Locatelli di andare oltre il perimetro di un realismo psicologico valuta corrente di una certa idea di cinema d’autore per abbracciare rischi nuovi. In questo senso, al di là di qualche perdonabile ingenuità di scrittura, si apprezza il tentativo di Locatelli, a conti fatti riuscito, di rischiare e di offrire al suo cinema la possibilità di esplorare nuovi orizzonti.