Giovedì scorso i due principali candidati alla presidenza della Nigeria – il presidente uscente Goodluck Jonathan del People’s Democratic Party e l’ex-dittatore militare Muhammadu Buhari dell’All Progressives Congress – hanno firmato un “accordo di pace” in vista delle elezioni di oggi, nel tentativo di prevenire eventuali disordini di natura religiosa o etnica.

Si tratta del secondo accordo siglato tra i maggiori sfidanti dopo quello di gennaio scorso, prima che su pressione delle forze di sicurezza le elezioni fissate per il 14 febbraio venissero rinviate al 28 marzo (presidenziali e legislative) e all’11 aprile (quelle per i governatori e le assemblee degli stati federali).
Non mancano tensione e timori di eventuali disordini (come quelli verificatisi dopo le presidenziali del 2011 e durante i quali persero la vita circa 800 persone) e di attacchi terroristici da parte di Boko Haram. Lo stesso presidente Obama e le potenze occidentali hanno rivolto appelli alla calma. Ne abbiamo parlato con Obo Effanga, governance manager di ActionAid Nigeria.

Il 7 febbraio scorso – a pochi giorni dall’apertura dei seggi – la Nigeria’s Independent National Electoral Commission (Inec), invocando ragioni di sicurezza, ha annunciato il rinvio delle elezioni parlamentari e presidenziali. Per alcuni questo riecheggia quanto accadde nel 1993 quando elezioni democratiche vennero annullate dall’allora regime militare. Secondo gli esponenti dei partiti di opposizione si è trattato di un tentativo del presidente uscente Goodluck Jonathan di guadagnare tempo contro il suo principale sfidante Muhammadu Buhari. Quali sono secondo lei le ragioni di questo rinvio?

Le motivazioni fornite dalla Nigeria’s Independent National Electoral Commission (Inec) riguardano problemi di sicurezza sollevati dall’esercito che aveva appena lanciato una nuova offensiva contro la setta di Boko Haram nelle regioni del nord est della Nigeria. L’operazione si presumeva sarebbe durata almeno 6 settimane nell’intento di liberare i territori illegalmente occupati dagli insorti. Vista la situazione, l’esercito ha dichiarato che non avrebbe potuto garantire sufficienti condizioni di sicurezza per le elezioni. In più, il rinvio di sei settimane ha offerto l’opportunità di portare a termine altre operazioni logistiche pre-elettorali che non erano state portate pienamente a compimento come la produzione e distribuzione delle permanent voter’s cards (pvc) e la formazione di personale ad hoc. Precedentemente, si era speculato sul fatto che ci fossero altre ragioni dietro al rinvio, ma ActionAid non è un’organizzazione che non agisce su o promuove speculazioni.

Quanto rappresenta una minaccia Boko Haram nel contesto elettorale e quali sono i problemi di sicurezza riguardanti le elezioni di marzo-aprile in Nigeria?

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Confine Niger-Nigeria

Con i successi registrati dalla recente operazione militare nel nord-est, tra cui la cacciata di Boko Haram dai territori nigeriani occupati, la minaccia di Boko Haram sembra essere stata largamente ridotta. Siamo ottimisti sul fatto che le elezioni possano tenersi in sicurezza nell’area. Altri timori riguardano principalmente violenze elettorali o post-elettorali da parte di sostenitori avversari in alcuni focolai isolati. Nelle elezioni presidenziali del 2011, ci sono stati atti significativi di violenza che portarono a centinaia di morti, ma c’è grande ottimismo che queste elezioni, più di ogni altra nella storia nigeriana, saranno libere, eque e credibili. Inoltre, i due principali candidati alla presidenza, il presidente Goodluck Jonathan e il generale Muhammadu Buhari, hanno firmato un secondo accordo di pace giovedì e si spera che questo aiuterà a inviare il messaggio ai loro sostenitori di respingere la violenza. Al fine di arginare ulteriormente il rischio di violenze, verrà dispiegata una massiccia presenza di forze di sicurezza presso i seggi e allestiti check-points lungo le strade. Il direttore di Action Aid per la Nigeria ha anche diffuso un messaggio per uno svolgimento pacifico. Si trova sul nostro sito web www.actionaid.org/nigeria/2015/03/election-day-message-country-director

C’è rabbia tra i nigeriani perché non è stato fatto di più per fermare Boko Haram. Cosa va fatto per contrastare Boko Haram?

Nelle ultime settimane c’è stato un significativo successo nella riconquista dei territori nelle mani di Boko Haram. Questo è un primo passo importante, ma il governo deve anche lavorare per ridurre il loro potere e influenza alla fonte. Boko Haram ha potuto prosperare in questo Paese a causa della insicurezza economica profonda e diffusa e all’emarginazione delle persone, soprattutto al Nord, dove la povertà è più alta. Per sconfiggere veramente Boko Haram, il governo deve affrontare il problema della povertà e dell’insicurezza economica.