Delirio demenziale, caos iracondo, creatività distruttrice in libertà, follia disegnata allo stato puro: è l’underground grafico fedele ai comix delle origini riproposto da Ivan Manuppelli, in arte Hurricane, nel volume I Sopravvissuti (Eris, 112 pp, colori, 21×30, €19). La babele di personaggi e situazioni scagliata senza alcuna riverenza contro l’odierna società dei consumi diverte e spiazza facendo leva su grottesco estremo, giochi di parole e assurdità anarcoidi. Il livello è degno dei maestri della guerriglia grafica californiana di mezzo secolo fa, ma affonda radici anche nella tradizione italiana del surrealismo a strisce. Non a caso fra copertina e retro sono citati Jacovitti, dove ritroviamo un serpentello con cappello e l’immancabile lisca di pesce, e la rivista Linus, storica casa di strips intelligenti che negli ultimi due anni ha pubblicato anche parte dei fumetti del volume di Hurricane (questo volume però contiene anche materiali inediti, pagine extra e un finale della serie diverso). Varie comunque sono le citazioni di fumetti che hanno fatto storia, da Moebius ai Peanuts, per non dire di volti televisivi, campagne pubblicitarie e tormentoni politici. I sopravvissuti in questione sono un campionario di varia disumanità inseriti in un contesto di esasperato totalitarismo imposto dall’inattaccabile sistema dei mega centri commerciali. E’ una società classista senza parvenza di diritti umani né di cittadinanza. O si mangia, avendo i soldi, o si è mangiati, letteralmente. Ai poveracci non resta che scannarsi fra loro, mostri affamati motivati da urgenze cannibali assurte a normalità quotidiana. In questo bailamme esistenziale, colorito come possono essere le spettacolari schifezze a strisce, non c’è amore né solidarietà ma solo tattica della sopravvivenza, dove l’ultima soluzione per provvedere ai doveri di famiglia è essere trasformati in polpetta per il loro nutrimento di un solo giorno. Le vicende si svolgono perlopiù attorno a tre nuclei di interpreti, non necessariamente in collegamento diretto fra di loro. C’è la stranissima coppia di coinquilini Omino & Tacchino, quest’ultimo un fetente pennuto incapace di volare e tutto intento a denunciare il compare per il reato di disoccupazione in cambio di un miserabile buono pasto. A Omino si appiccica poi l’insostenibilmente stucchevole nonché racchia Pangocciole, fidanzata ordinata per posta, tanto per peggiorargli la qualità della vita. Poi c’è la disfunzionale famiglia Varnelli capeggiata dal vigliacco Attilio che per sfuggire agli avventori famelici di Stato e di vicinato si fa seppellire, scaricando tutto sulla ingrugnita moglie Rosmunda. Inevitabilmente il figlio Erminio è un bambino disadattato che si finge anziano, l’eroico pensionato 85enne, pretendendo il posto riservato sul bus e un apparecchio acustico. Completa il quadretto familiare il cane mezzo soppresso Agonia. Infine il nucleo situazionale scolastico con l’alunna modello Ritalin e l’odioso e pasciuto bambino ricco e viziato Pancrazio, fatalmente antagonista d Erminio.

La parodia della nostra società contemporanea è resa chiara e forte e la lettura isterica ma acuta della convergenza fra media, multinazionali, politica, società e consumi che sovrasta l’umanità è davvero allarmante. Come scrive Daniele Luzzati in prefazione, “Pur non avendone la veste, questo bel libro è dunque un saggio appassionato sul problema del fascismo economico”. Le strisce di Hurricane sono ferocemente satiriche, ma con un frizzante brio assurdo e quasi innocente. Leggendole si può rimanere divertiti, disgustati, turbati, estasiati ma sicuramente non indifferenti.

Manuppelli, oltre a Linus, ha pubblicato le sue tavole su riviste come Il Male, Frigidaire (creando la serie a fumetti I nuovi Partigiani) e fondando la rivista The Artist nel 2001, trasformatasi nel 2009 in PUCK!, uno dei progetti più autenticamente underground del mondo del fumetto italiano. Nel 2016 partecipa al libro La Rabbia edito da Einaudi con la storia L’Attesa.