Non si era ancora spenta l’eco delle parole di Luciana Lamorgese all’assemblea dell’Anci, che già arrivavano i primi apprezzamenti dei sindaci all’annuncio di una direttiva ad hoc sullo svolgimento delle manifestazioni di piazza. Commenti favorevoli fatti in anticipo rispetto alla stesura definitiva del provvedimento, e comunque tutti incentrati sulle sole proteste dei no-vax e dei no-green pass. Tema del resto che la stessa titolare del Viminale ha evidenziato nell’annunciare la direttiva – permessi solo sit-in e presidi fuori dai centri storici, indossando la mascherina – lasciando al tempo stesso in sospeso gli altri possibili ambiti di applicazione. Dalle manifestazioni sindacali a quelle studentesche, solo per fare due esempi. Una possibilità subito denunciata dal sindacato di base Usb, che ha organizzato a tambur battente un flashmob davanti alla sede romana di Confcommercio.
Comunque sia, il neo sindaco capitolino Roberto Gualtieri è stato fra i primi a dare il suo placet all’iniziativa di Lamorgese: “Bisogna avere grande attenzione e rigore e rispetto della sicurezza e della salute e cittadini. In questo senso è molto positiva l’impostazione del provvedimento. È la strada giusta, e le parole del ministro Lamorgese e ieri quelle del presidente Mattarella sono giustissime, le condivido pienamente”. Sulla stessa linea il primo cittadino bolognese Matteo Lepore, anche lui del Pd: “Noi siamo soddisfatti della misura che la ministra Lamorgese sta approntando, perché in queste settimane abbiamo visto sia un aumento dei contagi nelle nostre città, sia assembramenti ingiustificati”.
Non poteva mancare all’appello il sindaco milanese Beppe Sala, che ha già visto 16 manifestazioni consecutive, tutte di sabato e tutte in centro: “Certamente la città trarrebbe grande beneficio da manifestazioni statiche, che riconoscano il diritto di manifestare ma che in un periodo, soprattutto natalizio, e di grande potenziale lavoro per il commercio, permetta di salvare il lavoro”.
Da Sala anche un pizzico di veleno: “Se la politica è compatta si isolano i più facinorosi, se la politica è ambigua è chiaro che tutti si sentono legittimati”. Chiaro il riferimento a chi, come Matteo Salvini, continua a mostrarsi ambiguo sul tema no-vax e no-green pass. A riprova, il leader della Lega si limita, una tantum, a una dichiarazione di maniera: “Lavoro per pacificare, per avvicinare non allontanare. Mi piacerebbe che il Viminale desse una stretta agli sbarchi. Poi i cortei seguano le indicazioni. Ma bisogna garantire il diritto a manifestare a tutti, nel rispetto delle norme e delle forze dell’ordine”.
Se poi il sindaco di Milano mostra di capire anche le ragioni di molti manifestanti (“Tanti non si vaccinano per paura, e la paura è un sentimento da comprendere”), il fiorentino Dario Nardella è ben più tranchant: “Molte di queste manifestazioni non si svolgono in modo pacifico e rispettoso, non è che in nome di una propria libertà si può manifestare violando le libertà altrui, per cui credo che questa stretta sia opportuna”.
Nel quadro generale resta comunque indistinta la questione delle manifestazioni sindacali e studentesche: a partire da quella di sabato a Roma degli edili in piazza Santi Apostoli, alla giornata di mobilitazione di venerdì 19 della Rete degli studenti medi. E’ per questo che Stefano Fassina di Leu si mostra critico: “È necessario far rispettare le regole, in una fase che, purtroppo, continua ad essere segnata dalla circolazione del virus. Quindi condivisibile l’obbligo tassativo di mascherina e rigida osservanza dei percorsi autorizzati dalle Questure. Ma è sbagliato e pericoloso per lo Stato di diritto vietare i cortei `a prescindere´, e imporre localizzazioni dei sit-in in luoghi irrilevanti ai fini della visibilità delle manifestazioni. Auspico che il governo valuti attentamente il bilanciamento dei diversi interessi costituzionali in gioco”.