Dura risposta dei sindacati della scuola al tentativo di boicottare lo sciopero generale di martedì 5 maggio contro la riforma Renzi. Il rinvio dei quiz Invalsi nella scuola primaria, previsti nello stesso giorno, ha spinto Domenico Pantaleo (Flc-Cgil) a inviare al ministero dell’Istruzione una «diffida formale»: «Il rinvio di un giorno delle prova è un tentativo di depotenziare la giornata di sciopero indetta dalle maggiori sigle sindacali della scuola» sostiene Pantaleo. Si vuole così «arginare l’eventuale disagio che potrebbe derivare da una forte adesione». Il rinvio è stato «peraltro disposto dall’Invalsi che non può e non deve interferire con l’amministrazione, vuole limitare la manifestazione del dissenso». «La decisione di rinviare i test dell’Invalsi – sostiene Francesco Scrima (Cisl Scuola) è una decisione discutibile ed è la prova lampante di una consapevolezza che non è più soltanto la nostra: lo sciopero del 5 maggio sarà ampiamente partecipato perché fortemente sentito». «Sono inutili i tentativi di depotenziare lo sciopero – aggiunge Giuseppe Mascolo (Ugl scuola) – per la riforma della scuola servono regole condivise, anche per evitare il proliferare dei ricorsi».

«Il boicottaggio degli sciopero del 5,6 e 12 maggio da parte dell’Invalsi e del Miur falliranno» sostiene Piero Bernocchi (Cobas) secondo il quale dopo la «sciagurata» decisione del rinvio di 24 ore dei quiz le adesioni allo sciopero «stanno crescendo ancora». Alle 16,30 di oggi i Cobas protesteranno alla sede nazionale dell’Invalsi a villa Falconieri a Frascati. La mobilitazione è partita sui social e i Cobas l’hanno raccolta «con favore». Mercoledì 6 maggio, quando si svolgeranno le prove del 5, i Cobas hanno indetto un altro sciopero alle elementari. Stessa cosa per le superiore dove i quiz Invalsi verranno somministrati il 12 maggio. «Ci rendiamo conto del peso economico di due giorni di sciopero – sostiene Bernocchi – Proponiamo di formare nelle scuole casse di resistenza che permettano di rimborsare chi sciopererà due volte bloccando gli indovinelli invalsiani». I Cobas chiedono il ritiro «totale» del Ddl «La Buona scuola».

Le 32 associazioni, firmatarie dell’appello «La Scuola che cambia il Paese», ieri hanno chiesto ai parlamentari di Camera e Senato di modificato «profondamente» il provvedimento. Alla rete aderiscono tra gli altri Cgil, Cisl, Uil, Forum Terzo Settore, Arci, Unione degli Studenti, Libera che puntano alla «riformulazione dell’articolo 1» e chiedono «la valorizzazione del ruolo degli organi collegiali, con il rilancio del metodo cooperativo e della libertà d’insegnamento all’interno della comunità scolastica. Quattro interventi che raccolgono le reazioni da sinistra al centro e destra dei sindacati, tutti d’accordo nel respingere il maldestro tentativo del governo di boicottare lo sciopero. Un atto scorretto che rivela la debolezza politica in cui si trovano Renzi e la ministra dell’Istruzione Giannini.

Per quest’ultima, Stefano Fassina (Pd), ex viceministro dell’economia del governo Letta sostenuto dalle larghe intese con Berlusconi, ieri ha paventato una mozione di sfiducia in parlamento nel caso in cui non presenti le scuse ufficiali per la surreale, ma pericolosa, accusa di «squadrismo» dopo la contestazione subìta venerdì scorso alla festa dell’Unità di Bologna. Di scuse, al momento, non se ne sono viste. Così come non si è vista la mozione di sfiducia che si presenta, e non si annuncia.