È un giorno di tepore primaverile, pieno della luce e dell’aria cristallina tanto caratteristiche del magico dicembre cubano. Arrivano gli odori del vicino oceano, le palme verdi ondeggiano a un vento lieve. Sto pranzando con un’amica in uno dei paladares ormai molto diffusi all’Avana quando all’improvviso squilla il telefono. È il mio contatto: «La persona che volevi vedere ti aspetta fra mezz’ora. Sbrigati ». Lascio perdere tutto, saluto l’amica e mi dirigo al luogo indicato. Una macchina discreta mi sta aspettando; l’autista parte subito verso l’ovest della capitale. Sono arrivato a Cuba da quattro giorni. Venivo dalla Fiera di Guadalajara...