Visioni

I «segreti» della Riviera adriatica

I «segreti» della Riviera adriaticaBe Forest

Note sparse Il trio di Pesaro torna dopo cinque anni con il nuovo album «We were never being boring»

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 27 febbraio 2019

Era da cinque anni che attendevamo il ritorno dei Be Forest, dall’apprezzatissimo Earthbeat del 2014. Attivo ormai da un decennio, il trio di Pesaro ora pubblica il terzo album, Knocturne, dallo stile riconoscibile al primo ascolto: i giri di basso post-punk, le atmosfere tra dream pop e shoegaze, la forte ispirazione di Joy Division e Slowdive vissuta come sotto incantesimo. La produzione  è stata curata in prima persona dalla band (Costanza Delle Rose al basso e voce, Erica Terenzi alla batteria e voce, Nicola Lampredi alla chitarra) assieme a Steve Scanu e mixata nello studio di Josh Bonati a Brooklyn, già al lavoro con Zola Jesus e David Lynch. La sensazione che abbiamo è precisamente quella di addentrarci in una dimensione segreta, notturna e piena di visioni, attraente eppure sull’orlo di un abisso in cui il buio è totale. La Riviera come Twin Peaks, l’Adriatico come fonte inesauribile di oscurità in musica (si pensi a Soviet Soviet, Raein, Havah). Già in viaggio per le prime date italiane, in primavera i Be Forest torneranno negli Usa, con una tappa al festival di culto SXSW di Austin.

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