«Per la Bolivia, il satellite ha la stessa importanza che ha avuto per il mondo lo sbarco del primo uomo sulla luna». Così, a La Paz, il vicepresidente Alvaro Garcia Linera ha commentato la recente messa in orbita del satellite Tupac Katari. «In questo modo – ha aggiunto Linera – anche il nostro paese entra nel gruppo di quelli che ’guardano al cielo’». E mentre i boliviani assistevano all’evento in tv, o davanti a uno schermo gigante in piazza Murillo, il presidente Evo Morales si trovava in Cina per assistere al lancio dalla base spaziale di Xichang. Pechino ha formato 74 scienziati boliviani, che hanno lavorato alla costruzione di Tupac Katari con pezzi fabbricati in Francia, Germania e Usa. Un’operazione finanziata in parte dalla Cina, con un prestito di 250 milioni di dollari a La Paz dalla Banca per lo sviluppo. Anche il Venezuela aveva inviato un centinaio di scienziati per preparare il lancio del suo primo satellite, Simon Bolivar Venesat 1, subito seguito da un secondo, Miranda, partiti da Xichang nel 2008. Pegaso, orgoglio dell’astronauta ecuadoriano Ronnie Nade, è partito invece dalla stazione cinese di Jiuquan lo scorso aprile. Era dotato di una camera connessa costantemente a internet.

L’investimento principale, valore 80mila dollari, è stato a carico dell’agenzia spaziale ecuadoriana Exa, i cui ingegneri hanno iniziato a lavorare nel 2009 nella Stazione Terrena a Guayaquil. Purtroppo Pegaso non ce l’ha fatta e un mese dopo si è scontrato con i detriti di un razzo russo smettendo di trasmettere. Tupac Katari, invece, sta continuando il suo lavoro, in attesa di un secondo satellite, Bartolina Sisa. L’aymara Tupac Katari è un simbolo della lotta indigena anticoloniale. Insieme alla moglie Bartolina Sisa – giovane venditrice di coca, oggi icona rivoluzionaria – ha diretto una delle più grandi rivolte nell’Alto Perù, attuale Bolivia. Dopo una strenua resistenza, fu barbaramente ucciso nel 1781, ma la frase che ha consegnato alla storia – «tornerò e saremo milioni» – ha animato il riscatto dei nativi boliviani, ispirandone la resistenza. Negli anni ’80, nell’Esercito guerrillero Tupac Katari, ha militato anche l’attuale vicepresidente Garcia Linera. «Con questo lancio – ha detto – la Bolivia cessa di essere il fanalino di coda dell’America latina, per convertirsi in un paese che mostra nel continente la posizione scientifica della sua popolazione». Tupac Katari ha con sé un sofisticato sistema di comunicazioni che porterà benefici anche alle popolazioni più isolate del paese. La Cina offre servizi spaziali dal 1985 e ha intensificato le relazioni con l’America latina dopo le sanzioni per i fatti di Tiananmen. Con il Brasile ha lanciato 4 satelliti, con l’Argentina gli scambi commerciali vanno avanti dal 2004. Per l’anno prossimo è atteso il satellite nicaraguense, mentre Pechino non disdegna neanche il campo neoliberista del continente. L’impresa tecnologica Cgwic ha offerto il pacchetto «spaziale» a Perù, Colombia e Messico. Un’altra spina nel fianco per il gigante Usa.