Cresce il fronte delle richieste sindacali dei «riders» che lavorano nella «gig-economy» in Italia. I lavoratori di Deliveroo Italy di Milano e Bologna hanno chiesto in una lettera al gigante del «food delivery» l’introduzione del contratto Trasporti e Logistica; il pagamento di 7,50 € netti all’ora; un monte ore garantito di almeno 20 ore per tutti; una maggiorazione del 30% sul pagamento orario e un’ indennità contro l’inquinamento da smog dell’aria pari al 30% del pagamento orario; un rimborso spese per oneri di mantenimento di bici o moto. In attesa di una risposta da parte dell’azienda i lavoratori intendono organizzare «iniziative di denuncia e di fare tutto il possibile perché le nostre richieste non cadano ancora inascoltate».

“Il 31 dicembre 2017 tutti i contratti dei lavoratori di Deliveroo in Italia scadranno – segnalano i riders – La maggior parte dei fattorini sembra non volerci pensare ma il rischio reale di un mancato rinnovo per qualcuno esiste, soprattutto per chi non si mostra sempre prono di fronte a tutte le richieste dell’ufficio”.

Quello che i lavoratori temono è il turn-over. C’è chi lascia, per non aprire la partita Iva, e chi cambia attività per non respirare lo smog cittadino. “L’azienda – aggiungono i lavoratori – sta testando il grado di fidelizzazione dei suoi lavoratori sottoponendoli a distanze di ritiro e consegna sempre maggiori, anche a discapito della qualità del servizio, oltre che all’umore di chi pedala o di chi corre in motorino”. Deliveroo, tra le piattaforme digitali, è una delle poche società dove i facchini percepiscono ancora un pagamento misto che prevede una paga oraria di 5,60 € netti più un incentivo alla consegna che varia da 0,80 cent a 1,20 cent da città a città. Ora però sembra che il passaggio al cottimo stia per arrivare. E i lavoratori non ci stanno.

“I facchini del deliveryfood non hanno ancora nessun diritto, siamo completamente privi di tutele – dicono i lavoratori bolognesi – Siamo senza ferie e malattia, svolgiamo il nostro lavoro addirittura senza copertura assicurativa, il che è uno scandalo visto i rischi che corriamo tutti i giorni, operando per strada”. “Non resteremo di certo in silenzio a guardare” ribadiscono.