Dodici anni fa nella prestigiosa sede di Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma, si tenne la mostra «Europunk» curata dal suo direttore Éric de Chassey e dedicata alla «cultura visiva» del punk in Europa dal 1976 al 1980. L’esposizione era fatta di centinaia di reperti incandescenti: volantini, spezzoni video, ritagli di fanzine, opere d’arte, copertine di dischi. Senonché, quando il visitatore faceva ingresso nella sala che avrebbe dovuto essere dedicata alla scena punk italiana si trovava di fronte a una singola teca. Conteneva la riproduzione in scala di un traliccio dell’alta tensione, con un uomo in passamontagna che...