Fino a qualche anno fa, raggiungere il Bangladesh dal Bengala occidentale, indiano, era un’esperienza un po’ disorientante. Le dieci ore di treno che tagliano orizzontalmente la rigogliosa campagna bengalese tra Calcutta e Dhaka lasciavano il passeggero in quella che sembrava una «città gemella» ferma a qualche decennio prima. Un viaggio nel tempo, né oltreconfine né nello spazio, che restituiva una megalopoli caotica, decadente, ultrapopolata da milioni e milioni di bengalesi del tutto simili in costumi, abitudini culinarie e riferimenti culturali al medesimo popolo «al di qua» del confine, guardando dall’India. Il Bangladesh, 180 milioni di persone che abitano un paese...