Lavoro

I poveri di Renzi e Boeri

I poveri di Renzi e Boeri – Tam Tam

Pensionati Secondo il rapporto Inps sul 2014, la metà degli over 65 vive con meno di 700 euro al mese. E sotto i 500 euro ci sono soprattutto donne. La crisi per gli anziani non è mai finita e per loro non arriva mai la stagione degli aumenti. Ispezioni sul lavoro: ben l’81% delle aziende è irregolare

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 9 luglio 2015

Un’italia che non riesce a liberarsi dalla crisi, e che anzi vede numeri sulla povertà sempre più preoccupanti: il rapporto Inps sul 2014, presentato ieri dal presidente Tito Boeri, è una sfilza di cifre raggelanti. Ben 1,9 milioni di pensionati percepiscono assegni medi mensili sotto i 300 euro, per l’esattezza 286,9 euro, mentre ammontano a 4,7 milioni quelli la cui pensione media non supera i 700 euro mensili. Complessivamente un’esercito di 6,6 milioni di persone, il 42,5% del totale, dunque, non arriva a 700 euro.

L’Inps accende un faro più generale sulla povertà, visto che eroga anche istituti come la cassa integrazione, e non a caso ieri Boeri ha ribadito l’idea di pensare a un ammortizzatore speciale dedicato agli over 55 che hanno perso il lavoro, ancora troppo lontani dal pernsionamento. La crisi che dal 2008 ha falcidiato il Paese ha infatti lasciato dietro di sé una lunga scia di povertà aggravando e peggiorando le condizioni dei più deboli, perciò servirebbero interventi speciali, mirati sulle vittime della crisi.

In cinque anni la quota totale di persone povere, spiegano all’Inps, è aumentata del 7% fino a raggiungere il 25% della popolazione, ovvero 15 milioni di persone. Non solo. Il 10% più povero della popolazione ha sperimentato, tra il 2008 e il 2013, una contrazione reale del proprio reddito vicino al 30% mentre, nello stesso periodo, la diseguaglianza dei redditi è cresciuta a tassi sostenuti, con un incremento dell’indice relativo pari al 39% tra il 2008 e il 2013 (da 0,21 nel 2008 a 0,32 nel 2013).

Un trend, questo, che si intreccia con l’andamento dell’occupazione – la crisi ha lasciato sul terreno dal 2008 al 2014 circa 800 mila posti di lavoro – ma soprattutto con il «forte, prolungato aumento della disoccupazione». È tra i disoccupati che il rischio di povertà è aumentato: in particolare tra gli over 50, il cui numero dei senza lavoro è triplicato nell’arco di 6 anni.

E se la povertà aumenta, i dati sono purtroppo molto più pesanti per le donne: le pensionate sono ben lontane dalla parità di genere, visto che la discontinuità della loro vita lavorativa assegna una concentrazione maggiore nelle classi di importo più basso e una progressiva riduzione del loro peso al crescere dell’assegno. Tra le pensioni sotto sotto i 500 euro, ben il 62,6%, sono femminili contro il 37,4% degli uomini; e oltre i 3 mila euro, soltanto 1 pensionato su 4 è donna.

E se parliamo di pensioni alte non possiamo non citare quelle dei magistrati: tra i lavoratori pubblici sono infatti questi ultimi a percepire l’assegno previdenziale più alto, pari a 9.573 euro lordi medi mensili. Segue l’Università con 3.565 euro medi mensili e le Forze armate con oltre 3 mila euro.

Ma l’Inps è anche uno degli istituti che compie le ispezioni sui luoghi di lavoro: nel 2014 ne ha fatte oltre 58 mila, registrando irregolarità nell’81% delle aziende (oltre 47 mila). Si è ridotto il numero delle ispezioni rispetto al 2013 (-19,2%) ma i controlli, secondo l’Inps, sono stati più mirati, portando a un accertamento lordo (comprese le prestazioni indebite annullate) per 1,3 miliardi (+5,8% sul 2013). Nel complesso sono stati scoperti oltre 77 mila lavoratori in posizione irregolare (erano 86.499 nel 2013).

Infine Boeri ha commentato in dati sul bilancio (in rosso) dell’Inps: nel 2014 l’istituto ha avuto un risultato economico di esercizio negativo per 12,7 miliardi e un disavanzo finanziario di competenza di 7,8 miliardi La sostenibilità del sistema però, sempre secondo l’Inps, «non è a rischio». Il patrimonio netto è salito da 9,028 a 17,952 miliardi grazie al ripianamento dei debiti verso lo Stato dell’ex Inpdap di 21,7 miliardi. In passivo per 6 miliardi il comparto ex Inpdap, per 5-6 la gestione degli artigiani e per 1 quella dei commercianti.

Contro le proposte di Boeri si è scatenato un vespaio di polemiche, provenienti anche dalla maggioranza. Secondo Renato Brunetta (Fi) «deve smetterla di fare il ministro ombra». Per Cesare Damiano (Pd) «il ruolo legislativo spetta all’esecutivo e alle Camere: e va ricordato che il governo Prodi aveva istituito la quattordicesima per i pensionati sotto i 700 euro». L’M5S è contrario a dare un «reddito di cittadinanza» solo agli over 55.

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