È ancora alta la tensione tra Ryanair e i suoi piloti: ieri la compagnia irlandese ha annunciato a sorpresa un nuovo stock di tagli ai voli – questa volta da novembre a marzo 2018 – con il coinvolgimento complessivo di circa 400 mila passeggeri, e un rallentamento nei ritmi di crescita. La multinazionale guidata da Michael O’Leary si è anche ritirata ufficialmente dalla partita per l’acquisto di Alitalia, ma ha negato che sia in atto una fuga dalle proprie cloche: anzi, sarebbero «650 i piloti in arrivo e 2500 in lista di attesa».

UNA VISIONE TUTTA in rosa che viene smentita se si legge una lettera scritta dall’Anpac, l’associazione dei piloti, al vettore simbolo del low cost: «Se da un lato – si legge – i piloti Ryanair riaffermano il sostegno alla compagnia, dall’altro sono pressoché unanimi, anche alla luce della recente sentenza della Corte di giustizia europea, nel chiedere cambiamenti profondi sia nelle modalità d’impiego che nei metodi e nei trattamenti a loro riservati».

I piloti Ryanair, fa presente l’Anpac, «offrendo alla compagnia un aiuto per uscire dal caos autoinflitto che ha lasciato migliaia di passeggeri abbandonati a se stessi, non chiedono in cambio un semplice “bonus” economico ma qualcosa di molto più legittimo: un’assunzione diretta e un contratto stabile con migliori condizioni di lavoro, in accordo alle leggi e alle normative del paese in cui vivono e lavorano, in condizioni analoghe a quelle dei loro colleghi di altre compagnie europee, con un leale e genuino dialogo tra parti sociali nel rispetto dei rispettivi ruoli». In poche parole, caro O’Leary, è arrivata l’ora che fai entrare il sindacato in azienda, e che firmi un contratto.

TRA L’ALTRO, FA notare sempre l’associazione, proprio ieri «i piloti e gli assistenti di volo della società Norwegian operanti in Italia e iscritti ad Anpac hanno approvato il loro primo contratto collettivo di lavoro». Questo fatto «testimonia che una compagnia di trasporto aereo moderna, efficiente e capace di traguardare il futuro senza pregiudizi può operare garantendo adeguate condizioni economiche e normative al proprio personale navigante mantenendo inalterata la propria competitività».

O’Leary però viaggia per il momento su tutt’altra strada, ed è disposto a rallentare i ritmi di crescita della sua compagnia, a ipotizzare piani di taglio e rimborso dei voli, ma non a far entrare il sindacato. Nella nota pubblicata ieri sul proprio sito, Ryanair ha spiegato di aver deciso di far volare 25 aerei in meno a partire da novembre fino a marzo 2018, e 10 in meno da aprile 2018, scelta che coinvolge «meno di 400 mila persone» che hanno effettuato la prenotazione. La compagnia ha aggiunto che i passeggeri coinvolti hanno già ricevuto una mail che offre «voli alternativi o un pieno rimborso del biglietto. Hanno anche ricevuto un voucher da 40 euro (80 col ritorno) che gli permetterà di prenotare un volo Ryanair fino a marzo 2018». Sono 34 le rotte sospese in Europa, 11 delle quali con uno scalo italiano.

UN RALLENTAMENTO che si rifletterà anche sulla crescita economica: quest’anno sarà del 7,5% a 129 milioni anziché 131 milioni, mentre nel prossimo sarà del 7% a 138 milioni anziché 142. Tra novembre e marzo, in particolare, la crescita verrà abbattuta dal 9% al 4%. Il costo complessivo delle cancellazioni sarà di circa i 25 milioni di euro. I profitti per l’anno in corso, comunque, sono previsti sempre in misura sostanziosa: dopo le tasse per 1,40-1,45 miliardi di euro.

Questo piano dovrebbe permettere di evitare ulteriori cancellazioni, dice Ryanair, creando «molti aerei e equipaggi di riserva nelle 86 basi», ma la nuova fase zen porta con sé un’ulteriore rinuncia: «Abbiamo notificato ai commissari straordinari che non porteremo avanti l’interesse per Alitalia né presenteremo alcuna ulteriore offerta per l’aviolinea», ha spiegato la compagnia.

NESSUNA FUGA dalle cabine di pilotaggio, secondo Ryanair, perché «quest’anno hanno lasciato meno di 100 capitani e meno di 160 primi ufficiali, per pensionamento o passaggio a compagnie di lungo raggio». I 4200 piloti (per l’attuale flotta di 400 aerei) verranno implementati, annuncia O’Leary, passando dal rapporto di 10,4 per aereo a 11 per aereo. Il problema, però, sembra quello di fidelizzarli, poi, i piloti.