Se i curdi sono soli, i palestinesi sulla scena internazionale lo sono ancora di più. Chiusi nella gabbia dell’occupazione israeliana di Gaza sono stati lasciati alle cure sanguinarie del domatore Netanyahu che ha avuto buon gioco a farli materialmente a pezzi e a dividerli politicamente. È lui che sulla lavagna segna, di volta in volta, i buoni e cattivi – Hamas adesso è tra i buoni, il Jihad islamico tra i cattivi – con un criterio che risponde non più come un tempo soltanto a logiche securitarie e repressive ma a quelle del suo tornaconto politico personale: si tratta di...