Non manca il riscaldamento, spesso eccessivo, ma in teatro, anzi nei teatri italiani, tira una gran brutt’aria. Non è per fare i difficili o per rimpiangere un «passato migliore», che ovviamente ogni tempo ha la sua cultura. Ma resta difficile accettare senza fastidio che quella di oggi sia una situazione fatta solo di pretese assurde, nomine misteriose o ingiustificate, privilegi salottieri, favori familiari che malamente citano la grandezza di Macbeth e la sua Lady. TUTTO QUESTO non per moralismo, ché uno spettatore consapevole accetta tranquillamente che il pericolo sia il suo mestiere, ma per l’intreccio di interessi e pretese privati...