Alle sfilate di New York per le collezioni dell’inverno 2014/15, tra i numerosissimi nomi in calendario ha fatto molto parlare di sé Oscar de la Renta,  glorioso nome della moda americana dato per appannato da qualche decennio. Prima della sfilata, il grande vecchio ha fatto distribuire una nota in cui elencava i nove assistenti del suo studio che hanno contribuito a una collezione ritenuta inaspettatamente rinnovata nei suoi codici.

Un nuovo corso dovuto anche grazie a una collaborazione con John Galliano, il grande epurato della moda (dopo l’orrenda vicenda antisemita nel quartiere parigino del Marais di cui è stato protagonista nel gennaio 2011, è stato licenziato da Dior. Assolto penalmente, ha pagato due multe amministrative per ubriachezza molesta ma non ha ancora un lavoro) che solo lui ha avuto il coraggio di riabilitare fino a pensare di farne il delfino. Nato a Santo Domingo nel 1932 da madre dominicana e padre portoricano, de la Renta ha studiato in Spagna, dove a 18 anni frequenta l’Accademia di San Fernando a Madrid e dove comincia a interessarsi alla moda. Subito dopo è, ovviamente, a Parigi per lavorare da Lanvin sotto la direzione di Antonio Castillo. Poi va a New York e disegna vistiti per Elizabeth Arden e in pochi anni fonda il suo marchio. E fin qui siamo alla storia degli Anni 50 inizio 60. Da allora, il suo nome si affianca a quello dei grandi europei. In Italia lo chiamano il Valentino d’America, come in Francia il couturier di New York. Ma è sciovinismo, perché la moda di de la Renta fa propria la lezione dei costumisti di Hollywood come Adrian, che sono i veri padri della moda americana non casual.

Gli ottantenni in attività sono ancora molti. A partire da Giorgio Armani, che a luglio compirà 80 anni, regge inflessibile il suo impero e non immagina neanche di scegliersi un erede, e Karl Lagerfeld che a 81 anni (ma la sua vera data di nascita è un mistero) è saldamente al timone di Chanel e di Fendi (e, unico fra tutti gli stilisti viventi a Parigi, ha preso nettamente posizione a favore della legge sui matrimoni omosessuali) e si guarda bene dal pronunciarsi sul suo successore. C’è anche Mariuccia Mandelli in arte Krizia, che vive isolata nel suo studio, ancora convita di essere una pioniera e non vuole sentir parlare di eredi stilisti, mentre Sonia Rikyel, amica di Sartre e Greco e autrice della moda esistenzialista, si è ritirata molto prima dei suoi attuali 83 anni, lasciando la responsabilità dell’azienda a sua figlia Nathalie.

Come Valentino, che con i suoi 82 anni da compiere a maggio, è ancora venerato come una icona anche dalle giovani clienti, ormai affezionate allo stile dei suoi successori ed ex assistenti Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli. La storia della moda è piena di grandi vecchi che hanno costruito una moda inossidabile. Coco Chanel ha lavorato fino all’ultimo giorno prima di morire a 83 anni nel 1971 e la sua moda ha prosperato lo stesso senza uno stilista fino al 1983, quando è arrivato Lagerfeld.

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