In Grecia hanno cominciato da Kastellorizo e poi sono andati avanti con il progetto di avere tutte le isole Covid free entro maggio. Lo stesso in Spagna. A Malta l’ente per il turismo rimborserà fino a 200 euro per soggiorni di tre o più notti. In Italia i governatori del Nord sono insorti contro la proposta di fare lo stesso, partita dalla Campania ma avallata anche dal ministro Garavaglia. Lo stop dal commissario Figliuolo: l’ordinanza numero 6 del 9 aprile non lo prevede. «Non ho nulla contro le isole minori, voglio che le regole siano uguali per tutti» ha ribadito ieri l’emiliano Stefano Bonaccini.

A replicargli ci hanno pensato i primi cittadini interessati. A cominciare da Raimondo Ambrosino, sindaco di Procida (capitale italiana della Cultura 2022): «Al di là del fatto che possono essere luoghi di vacanza, innanzitutto sono delle comunità dove l’assistenza sanitaria è precaria. Noi abbiamo un piccolo pronto soccorso con 2 posti, ma altre isole neppure questo. In caso di contagio, non è attrezzato per un focolaio che vada oltre la soglia di rischio. Il trasferimento sulla terraferma deve fare i conti con il maltempo, ad esempio l’idroambulanza dedicata a Procida ora non c’è perché è in manutenzione. La richiesta di vaccino è prima di tutto per questo».

La campagna è cominciata ma va a rilento: «Ogni sabato e domenica un medico e un infermiere fanno la traversata: sono stati immunizzati tutti gli over 80, iniziamo ora con i fragili. A Napoli stanno già ai 70enni. In 3 o 4 giorni si potevano vaccina tutti i 6mila abitanti risparmiando sulle spese. Il Covid ci preoccupa: nell’ultima settimana abbiamo avuto 20 casi quando eravamo a 3 o 4. Di nuovo le scuole chiuse. È più pesante per noi rispetto a chi è sul continente: già l’isola fa pensare a un luogo di confino, con l’emergenza sanitaria ci sentiamo ancora più isolati».

E sull’accusa di voler fare concorrenza sleale: «Polemica fuori luogo. Procida non è in competizione con le spiagge della Romagna: non siamo un luna park con le discoteche e i negozi di lusso, saturiamo i posti letto in niente però siamo uno dei motivi che spinge gli stranieri a venire in Italia. Vengono anche per noi ma poi spendono i soldi in giro per il paese, magari anche in Emilia. Davvero una regione teme la concorrenza di Procida?».

Dalla Campania alla Puglia, il sindaco delle Tremiti Antonio Fentini: «Bonaccini e Zaia non si devono preoccupare: il turismo delle isole minori è diverso, qui viene chi ama la natura e il mare. Nessuno sa che qui non abbiamo neanche la scuola dell’obbligo, per mandare i figli a scuola, dobbiamo prendere in affitto una casa sulla terraferma, spostare mezza famiglia, spese in più. Si pongono il problema solo quando alle isole minori vogliono fare il vaccino, che serve a evitare che tutti i turisti vadano in Grecia o in Spagna».

Dalla Sicilia, il sindaco di Favignana Francesco Forgione: «La cosa più irritante dei governatori del Nord è che loro pensano ai turisti, noi parliamo della insularità: ogni intervento d’urgenza è un rischio di morte. I governatori con la sanità più ricca d’Italia non riescono a capirlo. Alle Egadi sono state vaccinate 350 persone: i medici sono dovuti venire 2 volte su 3 isole».

Irritazione anche in Toscana. «Presunti privilegiati, chi ci ritiene tali venga a vivere, a lavorare nelle isole» la replica del sindaco di Portoferraio, Angelo Zini. Dal Giglio, Sergio Ortelli: «Non è garantita sempre neppure la presenza del medico di base. Vorremmo avere la stessa assistenza sanitaria di cui godono i comuni dell’entroterra».

Infine Francesco Del Deo, sindaco di Forio d’Ischia e presidente dell’Associazione nazionale Comuni isole minori: «Dopo gli over 80 e i fragili, abbiamo chiesto la vaccinazione di massa delle isole. L’avevamo spiegato a dicembre, a gennaio, poi al governo Draghi. Tornerò a ripeterlo al commissario Figliuolo. Siamo 35 comuni per 240mila abitanti. A Ischia abbiamo una struttura da 58 posti letto con 3 terapie intensive e siamo fortunati, ma immaginiamo 20 persone che hanno bisogno della terapia intensiva. Ci sono isole dove il medico di base va tre volte a settimane, come al Giglio, o due volte a settimana, come a Ventotene. Per non parlare di Alicudi o Filicudi».