Nell’aprile 1989 il primo contingente militare sovietico abbandona l’Ungheria. A ottobre Michail Gorbaciov effettua la visita a Berlino Est, già in subbuglio. Durante le due giornate il presidente sovietico fa intendere al leader della Ddr Eric Honecker, contrario alle riforme, che quel processo storico è ormai in corso. E più di tutto, non garantisce il sostegno di Mosca per fermare le proteste. Il 18 ottobre Honecker, è sostituito da Egon Krentz. Il 9 novembre è la giornata decisiva: in mattinata il Cc della Sed discute sulle «riforme», come richiesto dal nuovo segretario. In tarda mattinata il ministero dell’interno presenta un testo con le disposizioni sulla possibilità di viaggi all’estero di cittadini tedeschi orientali. La notizia si diffonde. Il testo – però – viene prima inviato per approvazione al Comitato Centrale. Krentz lo presenta, mentre da Mosca arriva un via libera formale al testo. Alle 17 il ministro della propaganda e membro del Politburo Schabowski va in sala stampa per una conferenza. E annuncia che le disposizioni sono effettivo fin da quel momento. Le strade si riempiono, presi d’assalto i check point. E il muro lentamente crolla.