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I gestori dei locali: «Facciamo ricorso al Tar contro il divieto di ballo imposto dal governo»

I gestori dei locali: «Facciamo ricorso al Tar contro il divieto di ballo imposto dal governo»Il ministro della Salute, Roberto Speranza – LaPresse

Deciso anche l'obbligo di mascherina all'aperto nei luoghi della movida Il Viminale chiede ai prefetti di concordare i controlli con polizia locale e sindaci

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 18 agosto 2020

Il ritorno in classe il prossimo mese che tiene tutti in allarme, i rientri dalle vacanze che mettono in moto la curva del contagio: il governo continua ad aggiustare il tiro per cercare di arginare il Covid. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, domenica scorsa ha introdotto con decreto l’obbligo di mascherina, anche all’aperto, nei luoghi della movida o affollati e, soprattutto, imposto lo stop alle discoteche ma, sul punto, l’associazione dei gestori oggi farà ricorso d’urgenza al Tar. Il dpcm del 7 agosto non permetteva le riaperture ma alcuni governatori hanno consentito il ballo nei locali, anche perché gli operatori lamentano una perdita di 4 miliardi. Dopo la conferenza stato – regioni, è arrivata la decisione: fino al 7 settembre stop alle danze «in sale da ballo, discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso. Non sono ammesse deroghe regionali».

NON SI BALLA PIÙ nemmeno nei chiringuito, che erano diventati delle piste sulla sabbia. Il provvedimento impone l’obbligo di mascherina, dalle 18 alle 6, anche all’aperto negli spazi di pertinenza dei locali, dei luoghi aperti al pubblico e negli spazi pubblici che favoriscono gli assembramenti, dunque anche nei parchi o in piazze e vie, pena una multa da 400 euro. Per indorare la pillola, il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha promesso un ristoro dei danni nel dl Agosto.

IL SILB, l’associazione dei gestori delle sale da ballo, avverte: «I giovani andranno ad alimentare feste abusive in villa con zero controlli e nessun invito a rispettare distanze o a indossare la mascherina – spiega il presidente, Maurizio Pasca -. Ci sono motivi infondati per la chiusura. Il distanziamento sociale non è mantenuto ovunque, come su treni o stabilimenti balneari. Perché penalizzare solo l’intrattenimento?» annunciando poi il ricorso al Tar contro il decreto, mentre esplode la polemica per il rave party di ferragosto andato avanti da venerdì scorso fino a ieri mattina a Spino d’Adda, in provincia di Cremona. Con Matteo Salvini che attacca: «Mentre chiudono discoteche e locali c’è un rave party per 4 giorni. Per imprenditori e cittadini perbene restrizioni e multe. Per clandestini e abusivi coccole. Il ricorso al Tar è giusto, non c’è un’emergenza in corso».

Il nuovo capo di Gabinetto del Viminale, Bruno Frattasi, ha firmato ieri una circolare ai prefetti sull’applicazione dei provvedimenti. In particolare, si chiede di convocare comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza per concordare anche con polizia locale e sindaci i controlli. Meno di una settimana fa il capo della polizia, Franco Gabrielli, era stato chiaro: se si avviasse «un’attività di controllo massivo sui locali gli effetti sarebbero devastanti anche per la ripresa delle attività economiche». In serata ieri Assoeventi ha dirama una nota: «L’ordinanza non si applica per eventi privati come matrimoni, cresime, comunioni e cerimonie simili, come da risposta arrivata dal ministero».

LE REAZIONI al provvedimento si dividono tra chi preferisce la prudenza e chi, invece, sposa la causa degli imprenditori. La presidente di centrodestra della regione Umbria, Donatella Tesei, ha annunciato un’ordinanza per vietare danza e ballo negli esercizi pubblici. Sul fronte opposto l’amministrazione di Rimini: «Quello della notte è un mondo vitale che non va denigrato». E il governatore ligure, Giovanni Toti (pure lui di centrodestra e in corsa per la rielezione): «Sono contrario alla chiusura delle discoteche ma favorevole al divieto di alcune scene che abbiamo visto. Abbiamo ottenuto che non si chiudano i locali ma se ne limiti una parte delle attività e che venga risarcito il danno. La vera crisi è quella economica, non c’è nessuna emergenza di ritorno». E il governatore veneto Luca Zaia: «Una condizione di assembramento si può creare con più velocità in discoteca che da altre parti ma non si può dire che chiudendole si risolve il problema, anzi ne avremo di più»

DAL COMITATO TECNICO scientifico, Agostino Miozzo ha spiegato: «Il vaccino arriverà solo l’anno prossimo, dobbiamo mettere al bando comportamenti imbecilli. Dobbiamo far ripartire la scuola ed evitare che la Sanità rischi il collasso. Le discoteche sono contesti drammaticamente rischiosi». Il viceministro dell’Interno, Vito Crimi, ha difeso la decisione: «È stata una scelta necessaria. La leggerezza con cui molti stanno affrontando questa nuova evoluzione dei contagi rischia di creare più danni. In particolare, quei politici che soffiano sul fuoco approfittando delle difficoltà di cittadini e imprese». Da Fdi Daniela Santanchè difende i locali, visto pure che possiede il Twiga a Forte dei Marmi: «Volevano trovare un perfetto capro espiatorio ed ecco le discoteche. Non si potrà ballare ma la mia resta aperta. Le sinistre recludono i giovani e fanno scorrazzare gli extracomunitari».

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