Prof Foresta, quali sono stati i passi che hanno portato alle ultime scoperte sull’interazione tra Pfas e sistema endocrino maschile?
La letteratura scientifica sembra evidenziare una correlazione tra l’esposizione a Pfas e alcune anomalie all’apparato riproduttore, sviluppate già in fase embrionale. Abbiamo scoperto che la molecola base dei perfluoroalchilici può legarsi ai recettori del testosterone inficiandone così l’efficacia e riducendone del 50% l’effetto. Lo studio effettuato sui ragazzi ventenni della zona rossa ha mostrato che la produzione di spermatozoi è in essi il 20% inferiore rispetto a quella dei ragazzi non esposti a Pfas. Inoltre si è notato che la lunghezza del pene è inferiore di circa 8 millimetri e che la distanza ano-pene è ridotta.

Se le anomalie sono presenti in fase embrionale si deve inferire che vent’anni fa i Pfas agissero già sull’organismo?

Certamente. E questo anche a causa della contaminazione avvenuta nell’ovest vicentino negli anni settanta quando suolo e acque furono contaminati da Btf e Pfas.

Quali effetti può avere l’esposizione a Pfas sui caratteri sessuali?

Le nostre ricerche hanno dimostrato che i ventenni maschi residenti nell’area contaminata sono interessati, sebbene in misura ridotta, dagli stessi fenomeni irregolari evidenti negli animali di regioni altamente contaminate, come la regione dei Grandi Laghi. In quei casi gli animali mostrano dei caratteri intersessuali.

Come agiscono, invece, i Pfas sull’apparato riproduttore femminile?

I Pfas, nel caso delle donne, non hanno interferenza con gli estrogeni ma si legano con il progesterone, ormone della seconda fase del ciclo che prepara l’endometrio all’impianto. I Pfas agiscono riducendo l’attivazione dei geni progesterone indotti necessari per l’attecchimento dell’embrione. I Pfas, di fatto, agiscono come anti progestinici.

Quali sono gli effetti sulle donne?

Si è osservato che nelle zone contaminate le donne faticano ad avere figli. Sono più frequenti gli aborti, le nascite premature, i bambini sottopeso. L’analisi dei questionari sulla salute riproduttiva a cui sono state sottoposte 115 ragazze residenti nella zona rossa ha evidenziato inoltre un significativo ritardo della prima mestruazione e frequenti irregolarità del ciclo.

Dove si riscontrano questi casi?

Oltre all’area veneta contaminata casi come questi interessano altri territori fortemente inquinati negli Stati Uniti, nel Nord Europa, in Cina. Anche in Italia bisogna restare attenti: in Piemonte, per esempio, vi sono zone in cui sono stati individuati Pfas.